Redazione
Viterbo,28.2.23
Purtroppo si !
E’ accaduto che ad moltitudine di cittadini, con la complicità di chi doveva vigilare, sia stato concesso il Reddito di Cittadinanza dall’aprile 2019 (Decreto legge 4/19 senza che costoro ne avessero le condizioni, I fatti citati dalle cronache come risultato di controlli accurati hanno confermato che molti dei percettori di Reddito di Cittadinanza, grande legge voluta dal governo Conte per contrastare la povertà, siano di fatto, persone giovani abili al lavoro o anche impiegati in sodalizi criminali, assolutamente non meritevoli di alcun’assistenza pubblica.
Nella legge istitutiva del RDI (Decreto Legge n. 4 del 2019) era stata prevista all’art. 7, una specifica figura di reato: “Indebita percezione del Reddito” con le relativa pena prevista: da due a sei anni di reclusione.
In virtù di tale disposizione, le Procure della Repubblica hanno indagato e mandato a giudizio quanti scoperti percepire il sussidio senza averne, non solo diritto, ma anche averlo ottenuto con raggiri, truffa e falsa documentazione fiscale e famigliare.
Adesso, però, è accaduto che nella legge di Bilancio varata dal Governo Meloni siano spariti i primi 13 articoli del Decreto 4 del 2019 e precisamente quelli che prevedevano l’accesso al beneficio, articolo 7 compreso, proprio quello che sanzionava le condotte illegali.
Purtroppo, una vera ipotesi di “gatta presciolosa fa gattini ciechi”, quella determinata da questa Lege di Bilancio, che, non solo ha limitato nel tempo la continuità del sussidio, ma, di fatto e da subito, abrogato la speciale norma penale introdotta per i colpevoli aver abusivamente percepito il reddito.
Siccome nel nostro ordinamento penale esiste il principio del favor rei, cioè l’applicazione della più recente favorevole normativa penale anche per le condotte praticate in passato ed anche in corso di giudizio, ne consegue che oggi nessuno può essere perseguito se continua percepire indebitamente il Reddito di cittadinanza e, per coloro che sono sotto giudizio penale, la fine del processo con assoluzione ex art 530/1 c.p.p. determinata dalla circostanza dell’esistenza di una normativa più favorevole all’imputato che ha cancellato il reato la cd. abolitio criminis
Un bel pasticcio. Il Governo ha in mente varare un immediato decreto correttivo, ma ciò potrà avere efficacia per il futuro, cioè per le condotte illegali dopo il suo varo, ma, per il passato, no.
Come si dice a Viterbo: ” fatti danni co la pala !”