di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,22.2.23 –
L’attività di demolizione delle tradizioni della Chiesa prosegue imperterrita dal regnante Papa Bergoglio. Non bastava l’azzeramento della Curia, la nomina cardinalizia di vescovi a lui vicini, quindi condizionamento nel prossimo conclave, la rivoluzione millenaria del cerimoniale papale che adesso anche la celebrazione di messe in latino viene proibita come si legge nel recente Rescriptum ex audientia, un atto legislativo vincolante firmato dal Prefetto cardinale Arthur Roche con il quale entra a normare in modo restrittivo l’arcipelago dei tradizionalisti.
Era da tempo che il Papa avversava i tradizionalisti cultori dell’uso del latino, lingua universale della Chiesa cattolica apostolica romana, proponendo solo valida per le preghiere rituali ogni lingua nazionale volgare, però lasciando solo a celebrazioni particolari, ancorchè con il “messale” rinnovato di Paolo VI°, alcune parti della celebrazione eucaristica.
Il “messale” di San Pio V° già bandito da tempo, era stato già proibito.
Adesso siamo a totale giro di vite sull’uso del latino in ogni Messa. Dopo una iniziale riduzione, lasciata comunque una possibilità di valutazione di ogni singolo vescovo presso la propria diocesi, adesso, un’eventuale autorizzazione non potrebbe che provenire direttamente dal Vaticano.
In pratica, nessuna Messa potrà essere celebrata con la lingua ufficiale della Chiesa Cattolica.
Questa misura definitiva è orientata per spazzare via e per sempre i tradizionalisti dalla faccia della Chiesa, o quantomeno renderli innocui e solo tollerati. Recentemente, per es. sempre nel concetto di “guerra” ai tradizionalisti, il Papa ha declassato l’Opus Dei da prelatura, rendendo di fatto l’organizzazione quasi centenaria fondata S. Josemaria Escrivà ad un gruppo parrocchiale.
Lo smontaggio da parte di Papa Bergoglio alle tradizioni della Chiesa è in ogni dove, dalla contestazione manifesta al suo precedessore Papa Benedetto XVI° che aveva ricucito lo “scisma” lefevriano ( vedi Motu Proprio Traditionis custodes) , all’accoglienza in Vaticano di personaggi ostili storicamente alla Chiesa di Roma e la frequentazione di esso Papa con capi religiosi seguaci di dottrine profane all’insegnamento del vangelo, altrettanto di capi di stato sanguinari proprio nei confronti dei cristiani, nonchè anche consentito pratiche di culto pagano all’interno delle Mura vaticane
E quest’ultima decisione papale bergogliana suona come una misura definitiva orientata a spazzare via per sempre i tradizionalisti dalla faccia della Chiesa, o almeno a renderli innocui e tollerati come una qualsiasi bocciofila.
Un deciso colpo di mannaia che disiorienta i cattolici e ne provoca divisioni.
Nella plurimillenaria storia della Chiesa non pochi sono esistiti papi discutibili per costumi e pratiche mondane, ma nessuno aveva mai tradito la fede, anzi se ne erano fatti custodi anche con le armi. Adesso, con il sorriso e la benevolenza si stanno schiodando principi incontestati da secoli.
E’ proprio ero: la profezia di Malachia si avvicina.
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