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Il Superbonus 110 %.Una sicura Italofregatura a danno di cittadini ed imprese

Parecchi sono cascati nelle promesse del governo Conte

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,16.2.23

Il passato governo italiano pasticcione non poteva non varare una legge più confusa e contradditoria del “famoso” superbonus 110% (D.L.3420) che doveva servire per ristrutturazioni edilizie soprattutto nel segno energetico anche nella visione di un rilancio dell’edilizia post pandemia.

Invece ? Come si è saputo, proprio a Viterbo, probabilmente in questo capofila, si è costituito un comitato spontaneo “Creditori Viterbesi.Vittime del superbonus” composta da imprese, professionisti e committenti, tutti creditori nei confronti dello stato per un totale di diverse diecine di milioni per lavori eseguiti, ma ancora oggi in attesa ricevere i previsti sussidi quindi ci si sta a preparare le armi per una class action contro lo stato italiano inadempiente.

Vediamo cosa è successo e come le promesse del governo Conte siano diventate carta straccia, e sopratutto, dopo le ultime direttive europee di obbligo adeguamento efficienza energetica delle abitazioni, molti dei lavori già eseguiti per il Superbonus sono superati e dovranno essere rifatti.

Cosi il Comitato Creditori Viterbesi-vittime del superbonus” scrive il suo manifesto:

“Una misura che ha generato centinaia di migliaia di posti di lavoro, che ha inciso sul PIL in maniera decisiva e facendo ripartire la nazione e che ora, dopo le oltre 20 modifiche alla legge che regolamenta il diritto al beneficio fiscale, culminate ma non terminate con il famigerato decreto antifrode voluto dal Sig. Draghi a Novembre 2021, hanno modificato irreversibilmente le condizioni di circolazione dei crediti, con la conseguenza che tutti i soggetti che avevano iniziato legittimamente i lavori stimandone il fabbisogno finanziario sulla base delle regole allora vigenti, si ritrovano oggi, a causa delle suddette modifiche normative che di fatto agiscono retroattivamente, a non poter più monetizzare i crediti e quindi in grave crisi finanziaria.

Peccato che si sia dimostrato che le frodi abbiano per lo più riguardato i crediti del Bonus Facciate e non da Superbonus 110%!

Vediamo insieme cosa ha comportato lo scellerato modus operandi di chi ha deciso che il Superbonus è il mostro da combattere:

Per le Aziende:

• Mancanza di liquidità con conseguente fermo dei cantieri.

• Riduzione della forza lavoro.

• Contenziosi con i committenti.

• Segnalazioni come cattivi pagatori nelle centrali rischio.

Per i Cittadini:

• Lavori iniziati e non ultimati.

• Abitazioni inagibili.

• Finanziamenti o mutui da rimborsare senza aver raggiunto l’obiettivo.

• Rischio reale di vedersi richiedere somme ingenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, vista la non ultimazione dei lavori.

Insomma, una tragedia purtroppo annunciata che nostro malgrado, almeno sembra, anche voluta, in uno scenario senza precedenti che vedrà il fallimento in massa di decine di migliaia di imprese.

Si può ancora evitare che la situazione degeneri, ma il tempo è tiranno!

Il problema ha raggiunto dimensioni enormi attraversando fino ad oggi l’assordante silenzio della politica, nonostante durante la campagna elettorale delle elezioni politiche del 2022, alcuni candidati abbiano chiaramente dichiarato di impegnarsi per la risoluzione di questo dramma.

A far eco a tutto ciò ci sono le esternazioni del ministro Giorgetti, più volte reiterate, sul non diritto alla cessione dei crediti e il recente parere negativo del suo ministero sulla mozione di FdI che proponeva lo spostamento del termine per il fine lavori delle case unifamiliari dal 31 Marzo al 30 Giugno 2023, ci sembra vadano tutte nella direzione opposta, ossia quella di voler lasciare le aziende, i professionisti ed i committenti al loro triste destino.

Nella stessa direzione sembra essere andata Eurostat dichiarando che, data la trasferibilità dei crediti fiscali del Superbonus che ne garantisce un maggiore utilizzo in compensazione con le tasse, questi devono essere contabilizzati come debito pubblico.

Come dire che lo Stato per non incrementare il debito pubblico, dovrebbe sperare e creare le condizioni affinché questi crediti non vengano utilizzati!

Di fatto quindi a seguito delle disposizioni di Eurostat, si afferma il concetto che i crediti fiscali da Superbonus vanno ad incrementare il debito pubblico, cosa che nei tre anni precedenti non è mai avvenuta.

In questo quadro economico e sociale, tutti gli operatori vittime dell’operato dello Stato italiano non vedono nessuna via d’uscita.

La situazione sul nostro territorio è disastrosa.

Le imprese che hanno creduto nello Stato hanno investito in attrezzature e risorse umane ed oggi si ritrovano con ingenti debiti verso i fornitori e le banche, con la necessità di licenziare migliaia di persone e con dei crediti nei cassetti fiscali che lo Stato stesso ha bloccato e svalutato a causa dei tassi d’interesse sempre più alti praticati da quei pochi operatori che acquistano i crediti con uno sciacallaggio preannunciato.

Senza parlare del fatto che per ogni credito fiscale concesso, seppur non monetizzato, lo Stato ha incassato l’IVA della correlata fattura nonché le corrispondenti tasse sull’utile che come sappiamo in Italia, per una percentuale prossima al 100% vengono pagate in anticipo, sulla base dei risultati dell’anno precedente.

Quindi lo Stato incassa e le aziende falliscono!

Non secondario è il danno sul rating bancario che le aziende subiscono a causa della crisi finanziaria indotta dall’operato dello Stato.

Il mancato pagamento di ricevute bancarie e di rate di prestiti bancari comporta l’iscrizione della sofferenza presso la Centrale Rischi Interbancaria e presso altri organismi per il merito creditizio che di fatto renderanno impossibile ai soggetti in difficoltà di accedere ad aiuti e strumenti finanziari compresa la cessione del credito alle banche, le quali per le cessioni prima del blocco, valutavano l’affidabilità del creditore cedente considerandola un requisito essenziale per acquisirne i crediti.

Stessa sorte per i professionisti che a fronte delle responsabilità civili e penali a cui lo Stato li ha sottoposti, non riescono più neanche a pagare i loro collaboratori, oltre che vedersi vanificare il duro lavoro di due anni.

Per non parlare poi dei committenti, che si ritrovano ad ever investito i risparmi di una vita o peggio ancora indebitati, con l’impossibilità di monetizzare il credito maturato come invece inizialmente promesso dallo Stato.

Il comitato Creditori Viterbesi – Vittime del Superbonus, chiede quindi con forza alla politica in ogni suo grado, di intervenire in modo risolutivo e in base al principio del legittimo affidamento ripristinare i diritti esistenti al momento dell’inizio dei lavori del Superbonus riguardanti la cedibilità dei crediti fiscali, creando quindi le condizioni affinché possano essere definitivamente monetizzati.

Il disagio sociale crescente generato anche dalla perdita del lavoro di molti cittadini, nonché dalla percezione di uno Stato disinteressato di fronte ad un problema di questa entità e gravità, qualora non si agirà immediatamente per risolvere questa crisi conclamata, porterà inevitabilmente tutti gli interessati a scendere in piazza per ribellarsi a quella che molti già definiscono “LA PIÙ GRANDE TRUFFA AI DANNI DEI CITTADINI”.

Al fine di partecipare attivamente al processo che porterà il Governo a sbloccare tale situazione, il comitato Creditori Viterbesi – Vittime del Superbonus, chiede formalmente e con estrema decisione ai politici più autorevoli del territorio, l’apertura di un tavolo di confronto, con la consapevolezza che il voto del cittadino va meritato con i fatti.

È la politica a dover essere a servizio dei cittadini e non viceversa, attendiamo un riscontro immediato da parte di FI, Lega e FdI.”

Creditori Viterbesi – Vittime del Superbonus creditoriviterbesi@gmail.com

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