di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,23.2.23
Nel pensiero attuale, purtroppo, da alcuni c’è sfiducia nella purezza della competizione sportiva, quando ha notizia di inchieste doping, finanziarie e quant’altro possibile messo in atto per truccare un risultato sportivo, ma, per fortuna non sempre cosi.
Anzi, proprio dai media leggiamo di concreti atti di fair play praticati da giovani atleti, quale quello, proprio dalle parti nostre. di un calciatore che non ha calcia in porta perchè il portiere era a terra contuso o di una nuotatrice che all”arrivo della gara internazionale di fondo era stata accreditata del secondo posto, quindi medaglia d’argento, ha riconosciuto l’errore degli arbitri e chiesto correggere il risultato.
Giorni fa un altro episodio accaduto nella Coppa del Mondo di scherma under 20 conferma che tra i giovani atleti, lo spirito del fair play ha fatto breccia.
E’ accaduto che Mariaclotilde Adosini, 18enne spadista della Polisportiva Scherma Bergamo aveva vinto l’oro superando la francese di colore Juliette Baudinot per 15 assalti a 14.
I dirigenti francesi avevano proposto ricorso agli arbitri perchè ritenuto che essi erano caduti in errore, però per regolamento, il verdetto non poteva essere cambiato.
La Adosini, resasi conto che in effetti c’era stata un svista arbitrale, spontaneamente, ha chiesto ripetere l’assalto. Purtroppo, per lei l’assalto ripetuto è stato vinto dalla avversaria. Quindi, vittoria per quest’ultima, ma vittoria dell’onestà per Mariaclotilde, che senz’altro ha vinto pur perdendo sul campo.
Per un vero sportivo il risultato non conta, conta gareggiare.
Una vittoria truccata non ha senso. Ricordatevi che nello sport è la maggioranza che perde, il vincitore è solo uno.
Sembra strano, ma è cosi, anche se non vi pare.