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Gli elettori snobbano i seggi, perche ?

L'astensione: una tendenza pericolosa

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,13.2.23.

Un volta si sarebbe detto: alla cabina elettorale preferisco quella sulla spiaggia, ma ieri, giornata solatia, ma fredda, nessuno poteva pensare andare al mare, forse nemmeno in montagna dove una tramontana tagliava le orecchie, eppure, seggi vuoti.

Sia nel Lazio che in Lombardia, nessun fenomeno estremo di pioggia o neve poteva giustificare la diserzione al voto, magari solo qualche anziano timoroso del clima poteva essere giustificato. Ma gli altri ?

Alle 13 mi sono recato al mio abituale seggio in via Cattaneo, nessuno era in attesa, il presidente mi ha invitato entrare. Scorrendo il “librone” della lista degli elettori iscritti alla sezione, pagine bianche.

Allora perchè ? Neanche dopo la messa di mezzogiorno i cittadini vanno a votare ! Era una tradizione, dopo aver ascoltato l’omelia del celebrante che invitava al voto “democratico e cristiano”. Però tutti, addirittura con percentuali vicine al 90 si recavano al seggio.

Comunque io ho votato, fatto il mio dovere di cittadino e dato il voto “colà dove ti porta il cuore”.

Ieri sera risultavano votanti nella Tuscia poco meglio del 30%. Poco, anche se la mattinata di oggi consente ai ritardatari, forse ieri ancora assonnati e rimbambiti dopo aver assistito al Festival di Sanremo, di esprimersi. non credo che si possa giungere ad un 50%

dimostrazione che i cittadini elettori, pressochè nella metà di essi, non trova nei partiti e nei personaggi in lizza, quei valori e quelle certezze che possano soddisfarli. Nelle campagne elettorali solo promesse reboanti, colpi bassi tra candidati che si rinfacciano a vicenda episodi di oltre mezzo secolo fa, pregressi insuccessi della loro attività politica, appartenenza o meno a vecchi regimi siano essi fascisti o comunisti, ma tutto iò non interessa al cittadino che in un’elezione di un organo amministrativo come la sua regione, vuole concretezza e praticità nell’operato.

Disse uno: “non mi interessa se il gatto e nero o bianco, importante catturi il topo” ed è appunto questo aforisma che allontana gli elettori dal seggio.

Una votazione per una presidenza di regione e del suo consiglio, non è una battaglia tra ideologie, ma è una scelta di concretezza che più o meno può dare chi si e messo in lizza.

Certamente i cittadini hanno captato che nessuno dei personaggi che si sono presentati e le loro liste sono in grado soddisfare le loro aspettative, quindi, non vanno a votare, non vogliono sentirsi poi responsaibli di scelte sbagliate. Anziche recriminare un giorno, meglio astenersi.

Ma non è un modo corretto di pensare. Bisogna andare al seggio, stamattina c’è tempo per deporre nell’urna una scheda con segno su una casella che indichi il nome di colui e colei che si ritiene meglio esprimere le proprie idee.

La scommessa sarà poi di verificare se la scelta fu giusta o no, ma vale sempre provare a cambiare le cose.

Paragono gli astenuti dal voto agli ignavi, cioè proprio quelli che Dante dannò all’Inferno e li defini: “quei sciagurati che mai non fur vivi” (Divina Commedia – Inferno -canto III°)

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