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“E l’opposizione grida al regime sotto dettatura di “Repubblica”

Redazione

Viterbo,9.2.23 –

Oggi, a pag. 4 de “Il Giornale”, è comparso un articolo a firma di Pier Luigi Del Viscovo, amico di questa Redazione, che ha consentito porre alla Vs. lettura.

“LA SINISTRA GUIDATA DAI SUOI MEDIA.

Cosa c’è di più nazional-popolare dell’antifascismo, il top degli evergreen, interpretato da Benigni, il sommo cantore della sinistra? L’esegesi autentica della tirata del giullare è venuta dalle colonne di Repubblica: la dittatura fascista che inibiva la libertà di parola e incarcerava i trasgressori. A tre giorni dalle elezioni regionali, ci sta che la corazzata degli ascolti ci ricordi con eleganza che a votare i pronipoti, o presunti tali, si rischia di essere prelevati di notte in casa propria e gettati in galera.È improbabile che riesca a spostare dei voti. Sembra piuttosto l’ennesimo can-can mediatico. Come sappiamo, gli italiani sono alle prese con problemi profondi e strutturali. Eppure da mesi gli viene servito a cena in TV un menu fatto di rave party, di tetto al contante, di soglia del POS, di neocolonialismo del Governo che cerca in Libia il gas per abbassare la bolletta energetica, di anarchici e galeotti inappetenti.Va bene fare opposizione, è il sale della democrazia, ma perché insistere su quisquilie di cui oggettivamente non interessa quasi a nessuno? Com’è che i media le tengono in cartellone per settimane? Siamo abituati a pensare che i partiti politici abbiamo delle testate di riferimento, ma può essere pure il contrario, come nel caso dei 5S, loro organici al quotidiano di riferimento, detto Fatto.Sorprende che invece anche la sinistra, nelle sue variabili aggregazioni, sia in realtà organica al sistema mediatico che pure essa stessa ha generato. Probabilmente, al tempo del metaverso è l’avatar della sinistra, l’intellighenzia mediatica, a dettare l’agenda ai suoi organi politici, che sembrano quasi costretti a inseguirla, interrotti nella loro quotidiana osservazione dell’ombelico, finalizzata alla solita piroetta di fusioni e scissioni. Gli intellettuali mediatici sono tali perché non dipendono da un prosaico risultato elettorale, brillano di luce propria, sono essi la luce. Intendono la politica come uno sport, dove conta partecipare e sventolare le bandiere, cioè se stessi. Governare? E perché?

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