di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,10.1.23.
L’annuncio in grande stile era stato dato. Il pubblico, composto in prevalenza personaggi del mondo dell’economia e del sindacato viterbese, era presente a riempire la Sala Regia in ogni seggiola possibile, per ascoltare l’enunciazione del Sindaco e dei suoi Assessori Aronne e Floris dei programmi di sviluppo città.
“Sessanta milioni di euro in quattro anni, un’opportunità unica per Viterbo” ha esordito la Frontini elencando i progetti già amministrativamente partiti con bandi offerti sin dai prima di Natale. I progetti sono stati già finanziati sino alla cifra suindicata, ma perchè vengano pagati occorre che i cantieri partino. Ma quello che interessava sentire era la natura dei progetti e qui il Sindaco con gli Assessori ha ne snocciolato una quantità impressionante.
Un vero fumo negli occhi.
Tra le “priorità” spunta la riqualificazione del Poggino già prevista cinque anni fa, quindi la trasformazione da “vetus urbs” a “modern city” mediante il passante dal Poggino alla Fiera di Viterbo, poi il rifacimento de secondo piano dell’ex tribunale ad uso di uffici comunali, addirittura in centro di ricerca applicato da intitolare a Piero Angela ed altre amenità quali la realizzazione della passeggiata ecologica lungo le mura ed una pista ciclabile a Viterbo città dove andare in bici per salite e scese è impossibile se non a bikers esperti. Ridicolo è il programma di bike sharing a Viterbo, città non ciclabile e spenderci soldi altrimenti utili per altro.
Tutto il resto sbandierato come di immediata e prossima realizzazione senza tener conto dei tempi burocratici e tecnici. Per es., ‘ipotizzato parcheggio interrato a viale Capocci avanti l’Economia, richiederà per le sole autorizzazioni da parte dell’ente Ferrovie tempi biblici.
Altri progetti risultano di mancate autorizzazioni e comunque tutti appaiono di ordinaria amministrazione.
Tanto fumo e niente arrosto.
I cittadini viterbesi si aspettavano una programmazione che prevedesse nuove realizzazioni viarie, completamento del semianello, costruzione rotonde e via di svincolo idonee portare il traffico fuori dal centro storico e non inutili percorsi pedonali attorno alle mura o piste ciclabili dal costo enorme e superfluo. Al Comune, per es., va bene che strada del Cuculo (carreggiata meno di 4 metri in salita e scesa) resti la via di collegamento tra Viterbo e La Quercia, quando si pensa alle bici.
Come cittadino viterbese mi auguro che le opere preannunciate vadano a compimento, non mi interessa se completarle sarà la Giunta Frontini o la prossima (Disse Mao Tse Tung: !non fa differenza se il gatto sia bianco o nero, importante che ammazzi il topo”). Ho però una certezza. A mala pena un terzo di queste opere vedrà la luce nel prossimo decennio.