di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,20.1.23 –
Se ormai da decenni è cosa risaputa che magistratura e certa “nota” stampa dettano il corso democratico italiano, adesso, l’altro ieri, siamo arrivati alla certezza che ciò sia avvenuto.
Un Parlamento in seduta comune si appresta a votare una decade di candidati membri laici del CSM, tra i quali spicca il nome proposto dal Governo di Giuseppe Valentino ex deputato, senatore e sottosegretario alla Giustizia, un uomo noto nel mondo politico, ideale per entrare nel CSM con probabilità diventarne V.Presidente.
Sembrava fatta, ma. notizie giornalistiche di una certa stampa ostile al centro-destra fanno conoscere ai parlamentari pronti al voto che l’avv. Giuseppe Valentino è indagato in un processo per “fatti di Mafia”.
Scoppia il finimondo, le opposizioni si stracciano le vesti e con toni da stadio indicano la ineleggibilità per per il CSM di una persona indagata, quindi, la candidatura di Valentino sfuma per sua rinuncia.
La morale dell’episodio dimostra ancora una volta che un’architettata ed ad orologeria macchina del fango, sia nelle condizioni di modificare scelte democratiche del parlamento i cui membri eletti, sono i rappresentanti del popolo sovrano.
È stata una grave sconfitta del Parlamento, una vergogna quello che è successo l’altro giorno in Parlamento durante le votazioni per eleggere i rappresentanti laici (cioè non magistrati) nel Csm, cioè un parlamento intimorito e privato decidere in autonomia.
C’era un accordo tra tutti i gruppi politici perchè la decade di nomi presentata rappresentava tutte le componenti, sia esse di destra che di sinistra, ma zac, interviene un fatto esterno per far cadere tutto.
Non era mai successa una cosa del genere, credo, nel Parlamento italiano, almeno in termini cosi manifesti. Un attacco alla libertà democratica dei parlamentari sino a questo punto non ci era mai arrivati, ma, in virtu di un articolo di Repubblica (noto house organ delle sinistre) che ha pubblicato con cronometrica precisione notizie provenienti da qualcuno dentro la Procura di Reggio Calabria di un’antica indagine avviata nel 2003 ancora in piedi, conteneva un’intercettazione fatta durante un riunione di Alleanza nazionale senza particolare rilievo. La posizione dell’avv. Valentino, allora esponente di Alleanza Nazionale, venne stralciata, ma si è solo oggi saputo che sia stata “riscoperta” da un solerte PM, quindi, pare, ancora oggi in piedi anche se sconosciuta dal diretto interessato.
Era ovvio che un tale notizia non poteva che azzoppare il candidato Giuseppe Valentino membro laico in odor di vice presidenza.
E ciò è avvenuto.
Morale. In Italia una vera democrazia non è compiuta. Una notizia qualsiasi, anche fake, di un certa stampa è in grado modificare gli assetti democratici. Una semplice macchina del fango messa su da qualche pennivendolo, un denuncia penale, una querela proposta al punto giusto non solo danneggia il personaggio bersagliato, ma ognuno di noi che potrebbe trovarsi nel crogiuolo giudiziario e mediatico senza prova e nemmeno in grado difendersi.
Come può un semplice cittadino difendersi da una notizia pubblicata su un “giornalone” se non ha un altrettanto “giornalone” a disposizione ?
Vi rendete conto in che paese pericoloso viviamo ?