Redazione
Viterbo,7.1.23
Deposizione della corona di alloro, ma anche qualche mazzo di fiori appoggiato proprio sotto la targa in ricordo di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. I tre giovani uccisi il 7 gennaio 1978 di fonte a quella che allora era la sede del Movimento italiano sociale.
Per il Campidoglio e con la faccia tricolore è arrivato sul posto l’assessore alla Cultura, Miguel Gotor: “In rappresentanza di Roma Capitale per commemorare le giovani vittime dell’aggressione armata di 45 anni fa – scrive Gotor -. Per ricordare che in nessun modo la militanza politica può giustificare la violenza e lo spargimento di sangue”.
45 anni fa l’uccisione dei tre giovani del Fronte della gioventù. Il primo a prendere la vita fu Franco Bigonzetti, seguito da Francesco Ciavatta, colpito alle spalle mentre cercava di allontanarsi dal luogo della sparatoria. La strage di Acca Larentia ebbe uno strascico altrettanto sanguinario, caratterizzato da un epilogo drammatico: la morte di Stefano Recchioni. Il giovane venne colpito alla fronte da un proiettile esploso con l’arma di un ufficiale dei Carabinieri nel corso degli scontri seguiti ai fatti.
Il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo sottolinea come sia “importante continuare a chiedere giustizia per loro e per tutte le vittime degli anni di piombo, anche valutando l’istituzione di una commissione di indagine parlamentare ed allo stesso tempo trasmettendo alle giovani generazioni la cultura del confronto dialettico tra diverse idee che non deve mai degenerare nello scontro fisico e nella violenza politica”.
“Nessuna condanna è mai stata emessa, ma ciò non ferma l’esigenza di una verità e di una giustizia alle quali non si può rinunciare – dice invece il senatore Marco Scurria, sempre di FdI -. La violenza e l’odio, soprattutto tra i giovani sono sempre e in ogni modo da condannare”.
Come ogni hanno era stata organizzata la manifestazione della formazione fascista di Forza Nuova, con un corteo da piazza Asti a via Acca Larentia, per poi essere annullata. Il raduno è noto per il saluto romano che viene eseguito sotto il “presente” intonato dai partecipanti. Con le conseguenti condanne della politica.