di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,29.1.23 –
Dicemmo recentemente che la giustizia amministrativa regionale si era “ammorbidita” nei confronti della Tuscia in relazione positive decisioni in materia di viabilità e produzione energetiche rinnovabili, però dobbiamo oggi registrare lo stop del TAR Lazio ad un ricorso presentato dalla Associazione costruttori edili viterbesi presieduta da Andrea Belli contro il “blocco” di 1600 ettari a sud della Città, cioè tra il Bulicame e le Masse di S.Sisto.
In pratica, i giudici di via Flaminia hanno concluso che per i costruttori non emergerebbe alcun pregiudizio diretto ed immediato nell’area del vincolo, per cui, vale a dire: vadano i costruttori a edificare dove vogliono, ma non nell’area vincolata dalla Soprintendenza.
I costruttori viterbesi, ma anche i termali e comunque, chiunque si interessi di sviluppo turistico, hanno da subito manifestato l’eccesso di area vincolata che impedisce qualsiasi sviluppo e che, in ogni caso, la città di Viterbo oggi resterebbe strangolata da eccessivi vincoli archeologici in troppe aree. Infatti. l’area sottoposta a vincolo, dal Bullicame al Riello, alle Masse di San Sisto, è stata interamente ritenuta “di notevole interesse pubblico”,ampliando quella già perimetrata nel lontano 1985, nella valle dll’Urcionio.
Accade pertanto che dalla cinta muraria di Viterbo, sino ai confini con il Comune di Vetralla sarà impossibile creare nuovi impianti termali con annessi e connessi turistici.
A suo tempo è stata osservata l’assenza del Comune di Viterbo in ordine alla presentazione di un ricorso avverso questo vincolo come un ennesimo disinteresse del Comune per lo sviluppo della Città.
La contestazione, oggi presentata dalla ANCE, ma non accolta, perchè forse ritenuta dal TAR troppo di “categoria” , la poteva, invece, attivare l’amministrazione comunale quantomeno per una riperimetrazione e riduzione dell’area vincolata.
I motivi che condussero la Soprintendenza a creare il vincolo furono la presenza di giacimenti culturali he comprendono preesistenze d’epoca arcaica e romana e strutture architettoniche a carattere rurale, che vanno dal tardo Medioevo ai primi del Novecento. Sistema termale, viabilità antica, casali rurali rappresentano una ricchezza che la Sovrintendenza vuole tutelare.
Indubbiamente qualche contraddizione quando si parla di sistema termale, ma non se se ne vogliono far sfruttare le potenzialità.
Un appello al nuovo ministro per la Cultura perchè si rimediti sull’eccessivo vincolo, sarà un impegno che dovranno assumere i nuovi eletti viterbesi al Consiglio regionale