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D’Amato, debitore della Regione Lazio ne vuole diventare Governatore. Assurdo !

Per d'Amato la "legge Severino" non conta

Il “faccia tosta” Alessio D’Amato

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,26.1.23 –

Sembra paradossale che una persona condannata nei confronti di truffa e ladrocinio nei confronti di qualcuno, poi ne diventi suo amministratore.

E’ quello che potrebbe accadere se il candidato del centro-sinistra nelle Regionali del Lazio Alessio D’Amato vincesse le elezioni.

Una faccia tosta veramente tale, una pretesa assurda senza confini che solo il PD può consentire.

Andiamo ai fatti

Il 2 settembre 2022 Alessio D’Amato è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 275 mila euro, in solido con i collaboratori Barbara Concutelli ed Egidio Schiavetti. I fatti risalgono agli anni 2005-2008: in quel triennio vengono stati stanziati i fondi pubblici, utilizzati – secondo i giudici contabili – in spregio dell’interesse pubblico e in maniera difforme rispetto all’oggetto dello stanziamento. Il processo penale per truffa aggravata si è chiuso con la prescrizione del reato ma, lo scorso febbraio, era arrivato il rinvio a giudizio di D’Amato sul fronte amministrativo, firmato dal pubblico ministero contabile Barbara Pezzilli e dal procuratore generale Pio Silvestri

D’Amato & soci hanno ottenuto fondi pubblici per il “funzionamento” di una onlus che in pratica non ha mai funzionato perchè i fondi stornati per la campagna elettorale loro e dei loro sodali.

Danneggiata proprio la regione Lazio.

Infatti, la Sentenza della corte dei Conti succitata boccia pesantemente l’operato di D’Amato, che “ha fatto gravare sul bilancio regionale spese e costi privi di alcun interesse pubblico e generale, che avrebbero dovuto essere invece sostenuti in definitiva dal gruppo consiliare in discorso e da lui stesso con fondi propri e non già dell’amministrazione di appartenenza”, si legge. La Corte boccia anche l’inerzia della regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti con assessore proprio D’Amato: amministrazione danneggiata che “non ha posto in essere nell’ampio lasso temporale intercorso dall’emersione delle predette criticità iniziative volte a tentare il recupero delle somme illegittimamente corrisposte”. D’Amato, fino adesso e fino a prova contraria, non ha versato neanche un euro del danno erariale causato alla regione Lazio, ente che ambisce ad amministrare insieme al suo capo della segreteria, Egidio Schiavetti.

Soltanto il PD è capace di candidare un soggetto che ha depredato l’ente per cui si sforza diventarne presidente.

Assurdità della “legge Severino”.

Il D’Amato è penalmente “pulito” perchè una prescrizione l’ha assolto, quindi è candidabile a coprire incarichi amministrativi pubblici, ma la “legge Severino” non contempla i condannati per danno erariale, quindi, per questo il D’Amato è “pulito” e candidabile come presidente Regione Lazio.

Cittadini elettori, fate voi la “Severino”, bocciate Voi il candidato d’Amato contabilmente condannato, che ad oggi non ha rimborsato nemmeno un euro protestandosi vittima della giustizia cinica e bara.

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