Redazione
Viterbo,16.1.23
Un’altra eurofregatura stanno propinandoci gli euroburocrati di Bruxelles, in maggioranza bevitori a dismisura di birra che non apprezzano il vino, una produzione storicamente propria dell’Europa mediterranea.
Che a questi trinariciuti signori custodi della salute dei popoli europei non interessi il vino, chissenefrega, ma almeno abbiano la compiacenza consentire a chi il vino piace, poterlo bere in libertà, ovviamente, senza giungere mai all’ebbrezza.
E’ in discussione quindi una direttiva sulla base della unilaterale prossima decisione del governo irlandese di porre sulle confezioni di vino indicazioni terroristiche sul suo uso, manco che manipolare un calice di vino sia pari un contenitore di nitroglicerina.
Per costoro, bere alcol provoca malattie del fegato». «Esiste un legame diretto tra alcol e tumori mortali». Ecco alcune delle frasi che presto potremmo leggere sulle etichette delle bottiglie di vino, birra e di altri alcolici venduti in Irlanda, come già avviene sui pacchetti di sigarette. Un precedente che potrebbe essere seguito da altri paesi del Nord Europa, dove l’alcolismo è un grave problema sociale, e – quel che è peggio – imposto nel resto dell’Unione. Si tratta però di vero e proprio terrorismo, perché una cosa è il consumo consapevole, un’altra l’abuso. Il vino – spiegano gli esperti – contiene principi attivi che riducono l’invecchiamento cellulare e altri effetti negativi. Inoltre aiuta a mantenere l’equilibrio dei processi infiammatori.. Ancora una volta sul banco degli imputati finisce però Bruxelles. La Commissione Europea ha infatti lasciato scadere i termini per opporsi alla decisione di Dublino. E, quel che è peggio, è successo ben due volte: il 22 settembre e poi il 22 dicembre.
L’Italia si faccia avanti per bloccare l’iniziativa di questa ennesima provocazione alla sovranità alimentare nazionale. Il ministro Lollobrigida in occasione degli ultimi incontri ha promesso come priorità del suo ministero la difesa del Made in Italy, in particolare quello alimentare.