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Nella Tuscia l’acqua è divenuta salata.

Salata, non è l'acqua, ma la bolletta

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,30.11.22 –

No, no, per carità, nessun sconvolgimento tellurico ha fatto penetrare l’acqua di mare nelle nostre falde acquifere, l’acqua del viterbese è chiara, limpida ed anche frizzante, non sa certo di sale.

L’acqua di Nepi è ormai famosa nel mondo, quella della Palanzana ritenuta medicina tant’è che a Viterbo si definisce una persona giovanile:” Quelùe ha biùto l’acqua de la Palanzana”, adesso, però, la politica che è stata in grado anche figurativamente mandare l’acqua all’insu, adesso la fa divenire anche salata per i costi che impone agli utenti.

Mi riferisco alla Delibera assunta in Provincia nel corso della Assemblea dell’EGATO – Ente di governo degli ambiti territoriali – nel corso della quale è stato deciso l’aumento tariffario per l’acqua di ben il 12,51%.

La TALETE spa, che gestisce nell’ambito dell’ATO 1 Viterbo Nord è il soggetto gestore unico del Servizio Idrico Integrato nella Tuscia. Dei fatti e misfatti della sua gestione è piena la cronaca. Disservizi, sprechi di acqua, cattiva gestione dei pagamenti e via dicendo, tant’è che di quando in quando sta sull’orlo del fallimento e pertanto si è ipozzato salvarla cedendola in parte ai privati.

L’assemblea dei sindaci aderenti al servizio, di cui solo 39 presenti in assemblea, ha in larga maggioranza 36 su 39) approvato l’aumento del servizio che potrà dare ossigeno alla struttura e continuare l’attività.

L’assenza del sindaco di Viterbo Frontini, proprio quello del Capoluogo avente più interesse alla questione, rappresenta un silenzio assordante.

Un’altra figuraccia della Giunta comunale di Viterbo che sfugge ai problemi e si incarta in piroette fantasiose prive di senso.

Se la Frontini non era d’accordo con il ventilato indispensabile aumento poteva esprimerlo in assemblea come hanno fatto i sindaci di Grotte di Castro, Sutri e Tuscania che hanno rappresentato i loro punti di vista.

Disertare è un atto vile. Il presidente della Provincia Romoli ha stigmatizzato gli assenti come “ciarlatani”. Indubbiamente espressione forte, ma come si dice: “quando ce vò, ce vò”.

L’acqua che continuerà a fluire nelle nostre case resterà chiara, limpida e sana (arsenico permettendo), ma la “bolletta” saprà molto di sale.

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