di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,6.11.22 –
Dopo l’esito dell’ultimo Gran Premio di motociclismo di Valencia terminato pochi minuti fa mi sono commosso. Non perchè dopo 50 anni esatti sul podio più alto è salito un pilota italiano ed una moto made in Italy, ma perchè l’ITALIA sta risalendo la china.
Un segno, anzi un marchio, di non poca importanza per la nostra Nazione che si afferma, combatte, reagisce per essere come nel passato, ahimè, lontana di essere tra ciò che conta nel mondo, ma solo oggetto di vignette offensive pubblicate su giornali d’oltralpe. E’ invidia !
Una vittoria quella di Bagnaia e della Ducati da vero italiano, cioè quella di un primato cercato e trovato nel modesto silenzioso, diuturno impegno tipico della nostra gente. A Noi, nulla ci viene dal cielo, ma solo dal lavoro silenzioso e tenace viene il successo. Eravamo al top delle costruzioni meccaniche sin dai primi anni del secolo, le nostre officine hanno sfornato eccellenze, che ci hanno copiato, una finanza aggressiva ce l’aveva fatto perdere, ma nella laboriosità e nell’impegno ostinato si crescendo impetuasamente.
Un nuovo rinascimento italiano sta risorgendo.
Non è retorica patriottarda, è verità. Oggi, per merito di un ragazzo di Chivasso (patria della casa automobilista LANCIA) dei tecnici di Borgo Panigale della Ducati, il motorismo italiano è al top nelle moto. La Ferrari, comunque quest’anno sfortunata nella stagione dei Gran Premi, è sempre però la vettura da battere sui circuiti di tutto il mondo. La sua industria è un mito. Pochi altri costruttori vantano un target di vendite di auto eccezionali.
Non è il primato di Pecco Bagnaia e della Ducati soltanto, ma della Nazione.