di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,16.11.22-
Difficile rispondere il perchè a Viterbo ed ai Viterbesi un aeroporto civile non interessa Di certo che dopo un mio pezzo sull’argomento Aeroporto uscito su queste colonne il 3 ottobre scorso si è risvegliato qualcosa, quindi disotterrate le carte dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione civile) che quasi quindici anni fa aveva scelto Viterbo come terzo scalo del Lazio.
In conseguenza delle suddette note si è subito risvegliato un gruppo organizzato dall’avv. Giovanni Bartoletti (che fu nella Giunta viterbese di quegli anni fu Assessore all’Aeroporto) , ed a lui si sono aggiunti altri.
Però, quella “chiamata alle armi” che si propose per evitare che la posto di Viterbo sorgesse uno scalo aereo a Frosinone e perchè non accadesse un’altra volta che Viterbo dovesse essere cenerentola nella scelte strategiche nazionali, non poi mai avvenuta.
L’oggetto da discutere con l’ENAC è il suo recente Piano per l’organizzazione aeroportuale nazionale che vede per il Lazio: la chiusura du Ciampino salvo voli militari ed istituzionali, il potenziamento dell’aeroporto dell’Urbe per l’aviazione generale, quindi Viterbo per traffico aereo minore di aerotaxi.
Frosinone, i cui cittadini per effetto di una travisata intervista di un noto grande giornale al presidente dell’ENAC avv. De Palma, ritenevano già operativo il loro scalo oggi solo militare come Ciampino 2, però, in effetti, l’Aeroporto della loro città mai citato nel predetto Piano.
Dovendosi quindi ridimensionare Ciampino e riorganizzare Roma Urbe, Viterbo figura nel progetto solo come piccolo aeroporto per traffico con l’Urbe e di questo non si è capito nemmeno il perchè considerato che un traffico di velivoli piccoli, addirittura di tipo taxidrone, è discutibile possa collegare in sicurezza Urbe con Viterbo dove sulla rotta c’è un’importante collina.
Comunque, nell’imminenza della scadenza del termine del 21 novembre prossimo fissato per la presentazione di eventuali Osservazioni sul Piano ENAC, non è stato possibile ottenere un concorso di idee con le componenti commerciali, agricole ed industriali della Tuscia e nemmeno da parte politica dove solo un balbettio è stata la risposta di sottoscrivere con la dovuta importanza di amministratori comunali, provinciali e di chi eletto in Parlamento le Osservazioni. Sta per scadere il termine, ma tutto resterà come prima.
Sembra proprio che a Viterbo faccia comodo restare “tutto come prima”
l’apertura di un Aeroporto civile nella Tuscia viene da tanti, forse da tutti i viterbesi, considerato come elemento che può scombussolare il sistema politico, commerciale, industriale, che, cosi com’è, in definitiva “piace”
Infatti va osservato che nessuno in Città abbia sollevato il problema della costituzione di un aeroporto civile a Viterbo sia in senso favorevole che negativo.
Purtroppo a Viterbo ogni novità è vista con sospetto. Va bene che tutto resti “come prima”, ma non cercare progredire, significa arretrare.