di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,4.11.22
Vince la famiglia Sensi, titolare della Terme dei Papi, l’annoso scontro giudiziario amministrativo con il Comune di Viterbo.
Vittoria per un importante imprenditore viterbese del termalismo, ma sconfitta del Comune perchè è probabile che il Bulicame resti a secco.
La storia giudiziaria inizia quando il Comune, con Delibera di Consiglio, ebbe a limitare la disponibilità di acque termali negli stabilimenti comunali gestiti della Famiglia sensi a 24 litri secondo. Ritenuta questa quantità d’acqua insufficiente fu dato luogo ad una serie di lamentele estese anche alla Regione titolare della concessione. Fu dai Sensi introdotto un ricorso al T.A.R. che ebbe dar ragione al Comune ed alla Regione, quindi, confermata la sola quantità d’acqua di cui alla Delibera (23/24 lt.se).
Adesso il Consiglio di Stato, nell’accogliere l’appello della soccombente in primo grado Terme dei Papi, ha annullato la Delibera comunale, quindi restituita la quantità di 35 lt/se. cioè quella quantità che venne stabilità negli anni 80 con l’allora Direttore di miniera mediante un contratto. Quindi, la condotta che porta l’acqua dalla Callara del Bulicame dovrà essere ripristinata per far giungere alla Terme dei Papi la quantità prevista, però, questo porterà probabilmente di nuovo in secco il Bulicame che, proprio recentemente per una serie di interventi ,aveva ripristinato (in parte, però) le sue originarie quantità che della “pozza”, famosa citata da Dante nell’Inferno, sgorga robusta ed anche alimenta piscinette nei dintorni.
Non sia mai Io tacciato di ostacolare l’imprenditoria viterbese, in particolare quella del “tesoro” Terme, però, escludere la fruibilità delle acque termali solo in favore di un privato, ancorchè illuminato patron di importante struttura ricettiva, non appare giusto. Secondo qualcuno, i pozzi (Sant’Albino e Gigliola) da cui scaturiscono le acque utilizzate dagli impianti Salus e Terme dei Papi possono assicurare qualcosa in più, quindi consentire un ampliamento delle attuali strutture private ed un apporto di acqua al Bulicame. Ma sarà vero ?
Intanto è solo vero che il Comune è stato condannato al rimborso delle spese legali di soccombenza.
Non solo il Comune ha perso parte delle sue preziose acqua, ma deve pure pagare. E il caso dire, “sul cotto, l’acqua bollita”.