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A Pescia Romana il 25 novembre presentazione progetto EcoDif. Melone dell’Alto Lazio: un’eccellenza da difendere

Riceviamo e pubblichiamo

Viterbo,22.11.22 –

Presentazione EcoDif 25 Novembre 2022 ore 16.00 Piazzale Chiarone (Dietro Centralina Ortofrutticola), Pescia Romana (VT)

Programma 16.00 Registrazione partecipanti.

16.30 Saluti istituzionali: Angelo Brizi Presidente Coop. IL CHIARONE.

16.45 Coordinatore: Alessandro Infantino – CREA-DC.

17.00 Alessandro Infantino – CREA-DC: Presentazione progetto EcoDif.

17.15 Lucia Donnarumma – CREA-DC: Uso di sostanze naturali per la protezione delle colture.

17.30 Enzo Marinelli – CREA-DC: Utilizzo dei modelli previsionali delle malattie in orticoltura.

17.45 Alessandro Grottoli – CREA-DC: Lo studio del microbioma: cosa c’è nel mio terreno?

18:00 Claudia Papalini, Paola Costantini – Arsial: La comunicazione nei progetti di agricoltura sostenibile: il progetto EcoDif.

18.15 Buffet.

Il progetto EcoDif :
IL PROBLEMA
L’elevata specializzazione delle coltivazioni garantisce un’elevata standardizzazione del prodotto ma impoverisce
il terreno che è alla base della produzione alimentare. Questo impoverimento determina nelle coltivazioni
le condizioni ideali per lo sviluppo di malattie che hanno come conseguenza l’utilizzo di sostanze altamente nocive
per l’ambiente.
Il caso della coltivazione del melone dell’Alto Lazio
Nella realtà orticola del Lazio, la produzione del melone interessa una superficie di circa 935 ettari (Fonte
ISTAT, 2014) di cui 600 circa si trovano in provincia di Viterbo.
La coltivazione del melone in coltura protetta è soggetta a diverse patologie: le fusariosi vascolari, per le quali il
mondo della ricerca ha individuato geni resistenti introdotti nelle principali cultivar coltivate. Esiste però una
serie di patogeni che provocano il collasso che fino a poco tempo fa venivano controllati dalla fumigazione
chimica, pratica che oggi non è più attuabile per l’elevato impatto negativo sull’ambiente. L’unica pratica agricola
ammessa che riesce a ridurre le perdite produttive causate dal collasso è la pratica dell’innesto ma questo
porta ad una maggiorazione dei costi di impianto di circa +40% e spesso le piante innestate hanno caratteristiche
organolettiche non paragonabili a quelle non innestate.
Parallelamente abbiamo l’insorgere di patologie delle parti aeree l’oidio (o mal bianco) che incide sull’efficienza
fotosintetica della pianta con conseguenti minori produzioni.
Articolazione del progetto EcoDif
Il Progetto EcoDif propone lo sviluppo e la ricerca di tecniche agricole che contribuiscono ad un migliore utilizzo
delle risorse naturali (suolo, acqua, aria) ma anche ad una migliore qualità del prodotto che finirà sulle tavole
dei consumatori ed è stato preso come caso di studio la coltivazione del Melone dell’Alto Lazio. La sperimentazione
ha avuto inizio un anno fa nei tunnel dell’Azienda Silvia Nardi a Pescia Romana (VT), socia della
cooperativa Il Chiarone.
Le attività di EcoDif: pratiche antiche e tecnologia
• Adozione della pratica della biofumigazione, sovescio per combattere le malattie dell’apparato radicale.
• Utilizzo di oli essenziali nella difesa di patogeni per contrastare le malattie delle parti aeree della pianta.
• Adozione di sistemi previsionali tramite centraline meteo per prevenire l’insorgere di malattie per poter intervenire
con trattamenti

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