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2 Novembre: Perchè preghiamo per i defunti?

Viterbo, Camposanto s.Lazzaro

Direttore

Viterbo 2.11.22

Oggi, 2 novembre, ricorrono i defunti. Una data una volta più sentita, mentre nell’attualità sfuma. Invece, come recita una lapide sul nostro Camposanto san Lazzaro: “Spettacolo della fine di tutti, scuola di pensieri migliori” è proprio il caso di rinnovare il culto di coloro che ci hanno preceduto su questo mondo e che ci hanno permesso esistere.

Ecco alcuni insegnamenti del Catechismo della Chiesa Cattolica che approfondiscono la consuetudine di pregare per i famigliari e gli amici defunti.

“Fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli angeli con lui e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri che sono passati da questa vita stanno purificandosi, altri infine godono della gloria contemplando “chiaramente Dio uno e trino, qual è” : Tutti però, sebbene in grado e modo diverso, comunichiamo nella stessa carità di Dio e del prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria” (Catechismo, punto 954).

“L’unione quindi di coloro che sono in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è minimamente spezzata, anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dalla comunicazione dei beni spirituali” (Catechismo, punto 955).

“A causa infatti della loro più intima unione con Cristo, i beati rinsaldano tutta la Chiesa nella santità […]. Non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini. […] La nostra debolezza quindi è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine” (Catechismo, punto 956).

“Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo” (Catechismo, punto 1030).

“La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati” (Catechismo, punto 1031).

Fin dai primi tempi la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto suffragi in loro favore, in particolare nel sacrificio eucaristico, in modo che, una volta purificati, possano arrivare alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza in favore dei defunti.

“Come si deve morire contenti, quando si sono vissuti eroicamente tutti i minuti della vita! Te lo posso assicurare, perché ho presenziato alla gioia di chi, con serena impazienza, per molti anni, si è preparato a questo incontro” .I

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