di Andrea Stefano Marini Balestra
Roma,10.10.22
Fu l’Italia, anzi l’italietta di Giolitti che nel 1912 determinò la caduta dell’Impero Ottomano e conquistò la Libia, come ancora, la indiavolata Italietta, qualche anno dopo, determinò la caduta dell’Impero asburgico d’Austria.
Strano destino della storia che grandi imperi siano caduti per mano italiana !
Quello che è successo in Libia dopo la perdita dopo la fine della Seconda guerra mondiale è noto, come pure la triste cacciata degli italiani dal suolo libico nel 1970, poi, dopo Gheddafi, il caos.
In ogni caso, nonostante tutto, l’Italia è sempre stata nazione privilegiata nei rapporti economici con la Libia ricca di petrolio e non solo.
Solo poco più di un anno fa, Antonio Di Maio, ministro degli esteri del governo Draghi ha fatto visita di stato in uno dei due tronconi che divide il grande territorio nordafricano tra Tripolitania e Cirenaica ed ha, al suo ritorno, riferito pomposamente di positivi colloqui sui dossier immigrazione e petrolio, gas
Ancora, l'”amicizia” Italo-Libica del ministro Di Maio sarebbe stata consolidata dopo la recente visita ufficiale a Roma della ministro degli esteri libico Al Manghoush, quindi i rapporti economici tra i due paesi in un dossier condiviso.
Ma adesso cosa accade ? Il “sultano” Erdogan che certo mai è rimasto indifferente alla guerra intestina libica e sempre ci ha messo lo zampino, fa un accordo sul petrolio e lascia bocca asciutta Italia.
Alla faccia degli accordi presi da Di Maio !
lL pseudo governo libico, dei patti con l’Italia se ne impipa, un’Italia rappresentata da un Ministro degli Esteri come Di Maio non da fiducia nemmeno ad un governo abusivo, figuriamoci con altri.
E cosi è stato. Il petrolio libico va ad Ankara, non viene a Roma.
Cosi, piano, piano risorge il sultanato ottomano in Libia.
Vendetta turca a cento anni dalla fine della guerra italo-libica del 1911/12 o valore nullo dell’Italia all’estero ?