di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo 30.10.22 –
Come ogni operatore nel mondo della giustizia ben sa, meno invece i cittadini salvo che ne siano stati oggetto, la legislazione in materia ha subito negli ultimi anni sconvolgimenti normativi che ne hanno soltanto aggravato i problemi. Nessuna tentata riforma ha funzionato, anzi.
Ricordiamo della folle proposta, poi divenuta legge con il nome di di “riforma Bonafede” di aver soppresso la prescrizione in campo penale, la poi abborracciata controriforma della Cartabia, per nor parlare della pratica eliminazione di garanzie difensive nel civile con la introduzione di “sezioni filtro” in Corte di Appello e Cassazione, vero strangolamento delle facoltà di un cittadino poter ottenere revisione di sentenze sempre di più frettolosamente redatte in virtù delle “disposizioni” ministeriali che hanno imposto ai redattori di una sentenza la sinteticità, diventata poi nella pratica, incomprensibilità dei motivi di una decisione.
Ancora, la, istituzione nei processi civili di procedure “veloci” quando in realtà mai può esserlo un processo di tal tipo senza aver adeguato numero di magistrati nelle sezioni dei tribunali., Da ultimo, un allargamento delle materie per cui vige l’obbligo preventivo della mediaconciliazione presso un organismo esterno, di cui ad oltre dieci anni dalla istituzione è completo fallimento, non è qualcosa che possa alleviare le lungaggini, anzi, siccome le mediazioni non riescono per sfiducia delle parti, c’è comunque un processo, solo ritardato ed in complesso più costoso.
Le “imposizioni” del PNRR hanno previsto riduzione dei tempi della giustizia, ma i “buoni” governi passati, nulla hanno fatto perchè ciò fosse possibile in concreto, cioè, per es.: riaprire Tribunali chiusi, allargare la pianta organica dei magistrati, indire un concorso straordinario per l’accesso in magistratura ,favorendo i giudici onorari che ad oggi sono in numero superiore ai “togati”. ma senza le stesse soddisfazioni economiche, Si sono solo “ritoccati” la e qua i codici di procedura determinando confusione senza limite e pratica disapplicazione di norme disomogenee tra il “vecchio” ed il preteso “nuovo”.
E’ noto che gli operatori di giustizia non siano tutti fulmini di poter comprendere le novelle legislative proprio in materia di procedura, quindi, in pratica, prima che una “riforma” vada a regime, impone tempi lunghi.
Ma, il precedente governo, ossesso del rispetto dei tempi del PNRR, ha varato riforme “impossibili” da realizzare, malevolmente intenzionato solo ad ingannare i burocrati di Bruxelles per non perdere i soldoni promessi.
Delle “difficoltà” pratiche di poter attuare queste riforme se ne è accorta la magistratura che adesso, mentre prima reclamava novità legislativa, adesso ha ingranato la retromarcia.
Se di criticità se ne erano accorti i magistrati, figuriamoci gli avvocati !
Il Governo Meloni, mediante il guardasigilli Nordio, ex valente magistrato, ben diverso dall’avvocaticchio Bonafede suo precedessore, ed anche della Cartabia che in Tribunale non ha mai messo piede, ha subito stoppato alcune disposizioni in materia di carcerazione e sospeso la riforma Cartabia che doveva andare in vigore il 1 novembre. Non era possibile tollerare premialità carceraria ai condannati per reati associativi e neppure togliere al reato di furto, il principe dei reati predatori, la procedibilità d’ufficio
Non è quella di Nordio una manovra di conservazione, ma di atteggiamento concreto di attesa per poter finalmente limare quanto detto e scritto sui codici in precedenza, quindi, meditare prima di varare disposizioni legislative che possano, se non eliminare i “mali” della Giustizia, almeno lenirli.
Da notare che l'”Agenda Meloni” a differenza della “Agenda Draghi” metta al primo posto il dossier giustizia, anzi, pure lo antepone alle “bollette”.
Chiaro segno che ci si è accorti finalmente che la questione giustizia in Italia sia indifferibile. Solo adesso stiamo ascoltando qualcosa che riguardi la giustizia, non ideologicamente dettata, da un giustizialismo d’accatto, ma di semplice buon senso.
E vi par poco !