Redazione
ROMA, 14.10.22 – Sembra una beffa, ma purtroppo, lex sed dura lex.
Un errore formale di un provvedimento della ASL che in data 8.8.22 aveva ordinato l’abbattimento di cinghiali responsabili della diffusione della peste suina, ha reso possibile l’annullamento di questa decisione da parte del TAR Lazio.
Aveva d’urgenza presentato ricorso l’associazione “Sfattoria degli ultimi” un’associazione ambientalista con sede in Roma, lamentando che l’ordinanza avrebbe causato l’uccisione dei cinghiali presenti nella zona nord di Roma.
Motivo dell’ordinanza del TAR. ” L’ordine di abbattimento dei suidi è stato ritenuto illegittimo in quanto la Asl avrebbe dovuto previamente valutare la possibilità di riconoscere alla struttura del parco una deroga (all’abbattimento) giustificata dal fatto che essa è destinata concretamente a “rifugio per animali in difficoltà”, considerando anche il possibile “elevato valore culturale o educativo ai sensi dell’articolo 13 del regolamento delegato UE 2020/687”. Il parere del Ministero della salute – Commissario straordinario per la peste suina, pervenuto successivamente alla notifica dell’ordine di abbattimento, contrario al riconoscimento della deroga, ad avviso del Tar “non è supportato da un’adeguata istruttoria e non è correttamente motivato”.
Nulla da dire sulla decisione dei giudici di Via Flaminia, però, una certa faciloneria nel prendere decisioni da parte della ASL, ha reso inevitabile un tale esito giudiziario.
Nel frattempo, però, cinghiali hanno ricevuto la patente di poter continuare a scorrazzare per le vie della città, a proliferare senza controllo ed intimorire i cittadini.