di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo, 25.9.22 – Dopo almeno tre anni che si era reso necessario un ritorno alle urne, oggi, finalmente ben 52milioni di italiani sono chiamati per decidere chi li debba governare e questo sospirato giorno è arrivato.
Dopo la “crisi del Papeete” di agosto 2019, il capo dello stato negò il sacrosanto rito di una democrazia, cioè quello di far votare coloro che dello stato sono sovrani: i cittadini. In difetto di urne, sorsero pertanto governi abborracciati. maggioranze variabili, decisioni governative prese solo sulla base di sondaggi, politica generale oscillante in campo nazionale ed internazionale ,quindi nomina di ministri con personaggi mai eletti e tutto ciò quello che abbiamo registrato.
Finalmente, sarà possibile far valere la nostra voce mediante anche un solo tratto di matita sulla scheda elettorale.
Quindi un voto che sarà utile, da qualunque parte vada, ma che sia per assicurare una maggioranza certa, quindi, consentire la creazione di un governo in grado far politica comunque, di un colore o dell’altro, ma definita
Sondaggi segreti in possesso degli addetti ai lavori, ma non pubblicati, indicano la possibilità che ancora un’altra volta l’Italia non possa avere quello che è naturale debba esistere in uno stato: certezza di governo.
Ciò potrà avvenire se i cittadini attirati da promesse elettorali, alcune addirittura da ritenere voto di scambio quando al sud “povero” si promette reddito di cittadinanza rafforzato o, anche, pensione minima per tutti a mille euro, lotta al fascismo, agli amici di Putin, vadano al seggio a votare senza aver letto i programmi elettorali che nelle svariate proposte anche di fantasia, certamente qualcuna valida c’è.
Disperdere il voto, o peggio non esprimerlo, non è oggi il caso.
Non sarà il 25 settembre la replica del risultato 49,2% dei consensi ottenuti dalla Democrazia Cristiana e suoi alleati il 7 giugno 1953 (quello che non consentì loro applicare il premio di maggioranza che portava al 65% in parlamento del raggruppamento vincitore previsto dalla legge 148/53 – cd. “legge truffa”), perchè nessuno delle coalizioni in lizza è in grado raggiungere tale maggioranza, però, superare l’una rispetto l’altra di diversi punti è quello che serve per consentire di governare nella prossima legislatura. Si vada al seggio decisi e non dubbiosi.
L’Italia vuole certezze, un pareggio, come nel calcio non serve a nessuno. Solo foriero di “governi di tutti”, che, se per i parlamentari eletti è una mezza vittoria in quanto ancor poco votati, possono tornare in campo, è certamente una sconfitta per i cittadini italiani non avere un governo saldo per i prossimi anni e nelle sfide che ci attendono.