Redazione
Viterbo, 15.9.2022 – Gli sforzi degli ambientalisti di proporre la mobilità elettrica per automobili e non solo, a parte le difficoltà per tale tipo di automezzi potersi rifornire ovunque ed in ogni caso in tempi di crisi energetica proprio per la produzione di elettricità, non tengono in conto il differente stile di guida del mezzo elettrico rispetto quello convenzionale con motore endotermico. Infatti, pare, che chi guida auto elettriche correrebbe più rischi di incorrere in incidenti rispetto a chi viaggia su quelle termiche.
Lo indica Axa Assicurazioni, rinomata compagnia assicurativa.
In Svizzera, paese che ha certamente una sensibilità ambientale, ha avuto l’idea di svolgere un’indagine su 1.200 clienti che guidano quotidianamente un EV. Ebbene, stando ai risultati pubblicati questi hanno un tasso di sinistrosità superiore del 50 per cento in confronto ai conducente di un mezzo tradizionale, ovvero a combustione interna.
Tra i fattori in grado di condizionare negativamente c’è pure il peso dei veicoli a zero emissioni, reo di arrecare danni in media più gravi.
Sembra incidere nella guida il fenomeno dell’overtrapping.
Secondo la società francese ciò è da attribuire al fenomeno dell’overtapping, vale a dire la valutazione errata di un’accelerazione. Difatti, le complicazioni non emergono nel momento in cui il mezzo è costretto a frenare bensì quando accelera, sicché le auto elettriche presentano una coppia istantanea potentissima.
Complice l’abitudine ai mezzi in precedenza usati, l’effetto risulta talmente sorprendente da cogliere impreparati i guidatori. Lo scatto bruciante provocherebbe delle ripercussioni peggiori in rapporto agli esemplari termici. Secondo quanto indicano le statistiche, come anticipato sopra, i danni sarebbe del 20 per cento più gravi.
Mentre Axa Assicurazioni ha ravvisato un tasso di sinistri superiore del 50 per cento, un’altra compagnia – Voogd & Voogd, ha registrato valori analoghi, segnalando un tasso maggiore del 40 per cento in confronto alle vetture tradizionali. Insomma, gli utenti della mobilità green devono prendere meglio “le misure” con la potenza imponente di certi EV in commercio. Di conseguenza, gli attuari delle compagnie assicuratrici stanno mettendo a punto premi assicurativi in pejus.
In parole povere è più abituato ad avere una coppia di potenza immediata un manovratore di tram piuttosto che un patentato da decenni abituato alla risposta più dolce di un motore termico.
In ogni caso, siamo certi che sia solo una fase passeggera. Serve giusto acquisire un po’ di dimestichezza: una volta assunta la giusta familiarità smetterà di rappresentare un problema o comunque lo sarà, ma di gran lunga minore.
Conclusione.
Con l’elettrico non siamo al novità della trazione di un automezzo. Oltre un secolo fa, quando il motore endotermico era in stretta derivazione da una macchina a vapore e la tecnologia era arretrata, l’uso di quello elettrico aveva raggiunto livelli importanti ed alcune vetture ne furono dotate. Ricordiamo sempre che la prima auto che superò i 100jkm/h era elettrica, ma le batterie dell’epoca poco evolute e l’inesistenza di reti elettriche per la ricarica ne determinò la fine.
L’elettrico sull’auto che oggi si ripropone non è tutto rose e fiori.
Per es. per l’Italia, produttore di parti meccaniche, sarà un Caporetto, poi, la durata comunque nel tempo delle batterie ed il loro smaltimento potrà arrecare danni maggiori all’ambiente che non la modesta produzione di CO2 di un motore termico di ultima generazione, per non parlare della sostituzione delle batterie che costa più di una revisione del motore a scoppio.