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“L’Arbitro” poesia di Alessandro Soli


CIVITA CASTELLANA – Con i versi di oggi concludo le mie poesie dedicate al calcio, celebrando una figura che è da sempre e sempre sarà, parte integrante per poterlo praticare.

Ogni sport, qualunque esso sia, deve essere supportato, per un regolare svolgimento, della sua presenza, ma nel calcio diventa il ventitreesimo protagonista, e che protagonista: l’arbitro.

L’ARBITRO

Se nun ce fossi tu, sarebbe un gran casino:

sai che botte er centravanti cor terzino!

E l’ala destra cor portiere:

appena quello ‘o tocca, vola come ‘n giocoliere.

Parla’, parli poco, più che artro fischi;

e così facenno, cori brutti rischi.

Quanno er guardalinie arza la bandierina,

quello segna e tu nun l’hai veduto,

tutti te strilleno: ‘Arbitro vennuto!’.

Poco te ‘mporta, l’urlo nun te cojje,

t’arabbi solo quanno toccheno tu’ mojje.

Prova ‘n po’ a dà rigore all’ospiti,

quanno er tempo è già scaduto,

te senti piove’ addosso: ‘Arbitro cornuto!’.

Ce penzi ‘n po’, te guardi attorno, te fai ‘na risata:

‘Io so’ sicuro, mi’ mojje me vo’ bene, eppoi c’è abbituata’.

Fischi tre vorte e te senti un po’ reggista,

te che pe’ ‘n’ora e mezza hai fatto l’attore, mò sei protagonista.

Te brilleno l’occhi, perché te renni conno

ch’hai diretto er gioco più bello che c’è ar monno.

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