Redazione
Viterbo, 29.9.22 – La corilicoltura, cioè l’attività agricola nel comparto delle nocciole ha nel viterbese avuto un enorme sviluppo anche in aree non vocate a tale tipo di piantagione. Fuori dalla zona dei Cimini, anche in pianura sostituite le nocciole al frumento.
In questi giorni si stanno ultimando le operazioni di raccolta e già si tira qualche somma. Somme, però non positive.
Cosi ci dice il dr.Remo Parenti presidente della Unione Agricoltori – Confagricoltura Viterbo-Rieti. Anno horribilis quello del 2022 per l’importante comparto economico della provincia. Prima la siccità che ha compromesso lo sviluppo del frutto, che oggi appare sottodimensionato nonostante le intense e costose irrigazioni praticate fin tanto che è stato possibile, poi i violenti temporali che hanno danneggiato le piante, fatto cadere frutti al suolo con perdita per ruscellamento di buone quantità e, da ultimo il prezzo che non appare satisfattivo dell’impegno degli agricoltori che hanno investito nel settore. Quindi, a conti fatti, ci si attende un raccolto scarso per quantità di prodotto, ma non in qualità.
Quello del prezzo delle nocciole è sempre un busillis perchè il prezzo, come purtroppo avviene in altri comparti agricoli, non li fa il produttore, ma il compratore che nella specie delle nocciole sono i grandi gruppi dolciari del norditalia.
Il prezzo risente anche delle importazioni dall’estero, vedasi Turchia ed anche adesso altri paesi europei ed extra come per es. il Cile.
Qualche imprenditore agricolo che ha molto speso per l’investimento in corilicoltura già si pente, perchè, se è vero che i nocciolicoltori hanno un reddito maggiore rispetto ad altri, hanno altrettanto alti costi di impianto e coltivazione, che comunque erode i ricavi, quest’anno certamente ridotti per minore produzione
Nessuno, però augura, che la produzione di nocciole del viterbese la cui speciale qualità “tonda gentile romana” è famosa nel mondo venga a mancare.