Beccato in carcere a Mammagialla con 28 pasticche di Subutex, un derivato dell’oppio, nascoste nell’ano, si difende: ”Non erano le mie, le ho trovate a terra in uno spazio comune. Ce le lanciano dentro dai campi intorno: Mammagialla è rinomata per questa cosa”.
Finito alla sbarra per detenzione di sostanze stupefacenti, l’uomo, un 31enne di Civitavecchia, ieri è stato ascoltato dal giudice Gaetano Mautone.
”Non erano di mia moglie, lo ha detto solo per paura che la mia pena si potesse allungare. Uscirò dal carcere tra pochi mesi e vorrei finalmente crescere mio figlio” ha spiegato durante delle spontanee dichiarazioni, scortato dagli agenti di polizia penitenziaria.
Il 31enne, recluso per scontare una precedente condanna per rapina, sarebbe stato ritrovato illecitamente in possesso di numerose pasticche di Subutex, una molecola estratta dall’oppio, che agisce sul sistema dei recettori del cervello, nascoste nell’ano. Da qui il processo penale a suo carico.
”Ho un disturbo della personalità bordeline con tendenze autolesioniste. Ho tentato di tagliarmi la gola sette volte in carcere: ho toccato il fondo. Mio figlio sta in una casa famiglia e ho saputo che è vittima di maltrattamenti. Non poter far niente, non poterlo aiutare mi ha distrutto” ha concluso.
Si tornerà in aula il prossimo 9 ottobre per i primi testimoni dell’accusa.