Un interprete dal dialetto martano per rendere comprensibili tutte le frasi e le conversazioni telefoniche che Aldo Sassara, il 77enne accusato dell’omicidio del cognato, avrebbe compiuto subito dopo aver ucciso Angelo Gianlorenzo.
Si tratterebbe perlopiù di monologhi che l’uomo avrebbe fatto da solo in auto, mentre, riflettendo a voce alta, avrebbe commentato quanto avvenuto poche ore prima nel terreno in località San Savino, alle porte di Tuscania. Dove, cioè, alla vigilia del Ferragosto 2016, secondo gli inquirenti, avrebbe massacrato il cognato 83enne Angelo Gianlorenzo.
”Trenta o quaranta colpi e lui ancora ansimava” avrebbe detto l’uomo in auto, in una delle poche frasi ben comprensibili intercettate dagli inquirenti. Accusato di omicidio volontario, Sassara è a processo di fronte alla Corte d’Assise viterbese: secondo la Procura sarebbe stato lui a massacrare di botte l’83enne fino poi a lasciarlo a terra privo di vita. Volto tumefatto e segni di percosse ovunque: il cuore dell’anziano avrebbe smesso di battere non resistendo allo stress psico-fisico subito.
Si tornerà in aula a metà ottobre, quando il tribunale potrà contare anche sulla traduzione dal martano delle frasi dell’imputato.