VITERBO – (b.b.) Avrebbero cercato di estorcere 50mila euro ad un commercialista viterbese, in quattro finiscono alla sbarra. Si tratta di una coppia residente nella Tuscia e di due fratelli calabresi, parenti della donna, che nel 2014 avrebbero tentato di farsi consegnare la somma dal commercialista, sostenendo che quegli stessi soldi sarebbero stati loro rubati.
Ora devono rispondere di tentata estorsione in concorso: ieri di fronte al giudice Gaetano Mautone si è aperto il processo a loro carico. Un’udienza di ammissione prove in cui l’accusa ha chiesto il deposito delle intercettazioni telefoniche che inchioderebbero i quattro. Chiamate ricevute sull’utenza fissa di studio dal commercialista in cui gli veniva intimato di consegnare la somma richiesta, con toni minacciosi e con marcato accento calabrese, tanto da richiedere, in caso di accoglimento della richiesta del pubblico ministero, di una traduzione in italiano.
In una di queste conversazioni, passate al vaglio degli uomini della squadra mobile di Viterbo coordinati allora da Fabio Zampaglione, uno degli imputati, che assieme al fratello avrebbe precedenti penali per rapina e reati contro il patrimonio, avrebbe lasciato in segreteria un messaggio in cui detto: ”Sono l’amico della Calabria, presto avrà mie notizie, ci vedremo, non si preoccupi…”.
Minacce non poco velate che avrebbero dovuto spingere la vittima a consegnare i 50mila euro. Ma che invece, sempre più preoccupata dalle pressioni dei quattro, l’hanno spinta a presentare una denuncia.
Si tornerà in aula a fine marzo.