Si sarebbe prima fatto acquistare un telefono cellulare di ultima generazione dall’amico vicino di casa e poi, per non saldare il proprio debito, lo avrebbe più volte picchiato e fatto finire in ospedale.
”Invece di ridarmi i soldi mi ha dato belle mazzate’’ ha spiegato con toni coloriti la giovane vittima ieri mattina al giudice Giacomo Autizi. ‘’Ho provato più volte a farmi ridare la cifra prestata per comprare il cellulare, ma non ci sono mai riuscito, anzi le ho prese. E saporite”.
A finire a processo per lesioni ora è un suo coetaneo, residente nelle case popolari di via Luigi Cadorna, che nel corso dei mesi nel 2015, avrebbe più volte aggredito la vittima.
L’episodio più grave quello il 21 agosto di quattro anni fa.
”Stavo scendendo di casa per andare ad un appuntamento alla Asl – ha spiegato il ragazzo, che non si è costituito parte civile, – lui mi ha visto, si è nascosto dietro una parete e quando sono arrivato mi ha assalito alle spalle”.
Lo avrebbe sbattuto addosso alle scale, e poi ripetutamente colpito fino a mettergli una mano in bocca per non farlo parlare o urlare.
”Mi stava facendo malissimo e per questo l’ho morso: volevo togliere quella mano dalla mia bocca. Mi sono difeso e sono fuggito”.
Insanguinato e palesemente turbato, in strada avrebbe incontrato casualmente una coppia di finanzieri che lo avrebbero aiutato e portato in caserma da carabinieri per sporgere denuncia.
‘’Mi hanno anche accompagnato in ospedale’’, ha sottolineato.
Ad assistere all’aggressione, nell’atrio dei palazzoni Ater di via Cadorna, anche una vicina di casa: ”Continuava a ripeterle di lasciarmi – ha concluso la vittima – ecco perché lui l’ha presa e l’ha chiusa in casa”.
Si tornerà in aula a marzo del 2020 per gli ultimi testi e la discussione.