Questa volta al ”killer dell’antigelo” è andata male. Il boccone avvelenato lasciato al parco Ivan Rossi per qualche cane o gatto di passaggio, è stato trovato da un giovane attento che domenica si trovava a passare in zona. ”Se ve ce pizzico ve ne faccio beve un litro de antigelo”, ha scritto sui social postando la foto “dell’esca” abbandonata tra le foglie.
Un boccone pericoloso per gli animali ma anche per i bambini. Per una salsiccia tolta dalla portata di cani e gatti, ce ne sono altre che nelle ultime settimane hanno fatto un’autentica strage di felici e cani.
“Un fenomeno sottostimato – dice Pierfrancesco Ruggeri, veterinario della zona – perché molte persone quando muore l’animale lo sotterrano e non denunciano nulla. I casi di avvelenamento invece presuppongono tutta una procedura che parte della denuncia del veterinario all’istituto zooprofilattico di Viterbo a cui invia la carcassa del cane o del gatto morto, o l’esca, o il contenuto dello stomaco. L’istituto a sua volta manda ad analizzare a Firenze i campioni prelevati e dopo 60 giorni si ha la risposta. A quel punto l’Istituto zooprofilattico contatta per conoscenza il sindaco del paese interessato, la Asl, e i carabinieri e questo genera un precedente. Per quanto mi riguarda ho denunciato il caso della gattina incinta che è morta qui ma ci sono tantissimi casi di avvelenamenti. E’ uno scempio. Ogni 5 casi che vengono fuori ce ne sono il triplo nascosti”.
Ruggeri spiega che molto spesso gli animali vengono portati dal veterinario quando ormai i sintomi hanno preso il sopravvento e la situazione è critica. “La sintomatologia – spiega ancora Ruggeri – cambia a seconda delle sostanze che vengono usate per l’avvelenamento: alcune fanno effetto dopo 5 o 6 ore dall’assunzione, altre più subdole come nel caso dell’antigelo, dopo 15- 20 ore quando la sostanza ha provocato danni irreversibili a cuore e reni”.
Il consiglio quindi è quello di portare gli animali ai primi sintomi dal veterinario, di condurli a spasso sempre a guinzaglio stando attenti a quello che fa il cane e di evitare le zone frequentate da troppi cani. “L’avvelenamento di un cane – dice ancora Pierfrancesco Ruggeri – è un gesto talmente vigliacco che non c’è modo di prevenirlo ma si può tenere alta l’attenzione denunciando per interrompere questa escalation”.