“Avevo decidere di vendere in serie dei mobili che avevo in magazzino da diverso tempo, così ho contattato un mio fornitore. Non l’avessi mai fatto”. A ripercorrere in aula tutte le tappe che l’hanno portata prima dai carabinieri e poi in tribunale è la legale rappresentante di un noto negozio di mobili di Soriano nel Cimino.
“Tramite il fornitore ho conosciuto un uomo che una domenica mattina con un Fiat Ducato targato Terni, è venuto a visionare la merce. Dopo pochi giorni, la vendita”.
Lo stock intero di armadi, letti e comodini per una cifra “ridicola, tirata fino all’osso”, sottolinea la donna: circa 40 mila euro.
“Hanno caricato tutto sul furgoncino e mi hanno firmato tre assegni da 13 mila euro ciascuno”. Nessuno dei quali sarebbe stato coperto in banca: “Ho provato più volte a contattarli in seguito, ma nessuno ha mai risposto alle mie telefonate”.
Da qui la denuncia per truffa ai Carabinieri della stazione più vicina. E oggi il processo a carico del fornitore, G.R. a quasi quattro anni di distanza dai fatti.
“Prima di andare in caserma, sono riuscita a parlare di nuovo con i due uomini: non solo non hanno saputo darmi spiegazioni riguardo ai soldi assenti sul conto bancario, ma hanno anche proposto un nuovo acquisto. Si, perché so matta…” conclude la vittima della presunta truffa.
Si tornerà in aula a fine maggio.