16112024Headline:

Perseguitata e sfregiata con l’acido. ”La mia non è più vita”

Ieri la testimonianza in aula

tribunale”La mia non è più vita. Non esco più da sola. Non lavoro più al negozio. Non passeggio più. Vivo costantemente nella paura di trovarmi dietro quell’uomo che per anni mi ha perseguitato, minacciato di morte e sfregiato con l’acido”.

Vittima di stalking da parte di un padre e di una figlia di Graffignano, racconta senza esitazione la sua triste vicenda, in aula, assistita dal suo avvocato Anna Camilli.

”Tutto è cominciato da una richiesta di denaro – spiega – era il 2009 e D.A. è venuto al mio negozio per chiedermi dei soldi. Una somma che inizialmente si aggirava intorno ai tremila euro, ma che ad ogni mio rifiuto cresceva, fino a sfiorare, infine, i duecentomila euro. Una sorta di pizzo, di stampo mafioso. Dopo alcuni mesi di esitazione, ho deciso di denunciarlo”.

Una denuncia per estorsione, che lo ha fatto finire sotto processo. Ma che nella realtà, per la donna, si è trasformata in un incubo.

”Da quel giorno era ovunque: fuori casa, fuori dal negozio, fuori dal bar, fuori dall’appartamento di mia madre o di mia sorella, fuori dalla mia macchina. Ovunque. E non perdeva occasione per minacciarmi di morte e augurarmi ogni peggiore sfortuna”.

Con l’uomo, in diverse occasioni ci sarebbe stata anche la figlia, M.A., finita anch’essa sotto processo.

L’episodio più grave, il 3 aprile del 2014: ”Stavo in giardino. Per l’ennesima volta ho sentito quel clacson suonare. A lungo, come accadeva ogni volta che mi incontravano. Mi sono avvicinata alla ringhiera: all’interno dell’auto, al posto di guida D.. Senza che me ne accorgessi, mi ha tirato addosso una bottiglietta di plastica. Ho avuto l’istinto di coprirmi il viso con il braccio”.

Fortunatamente. Dal momento che all’interno della bottiglietta ci sarebbe stato un liquido corrosivo e infiammante.

”La mano è diventata rossa, poi ha cominciato a farmi male. Bruciava. Bruciava da morire – spiega – quando sono arrivata al pronto soccorso era completamente nera. Porto ancora i segni di quel giorno. Sul mio corpo e nella mia testa. Sono anni che viviamo nella paura”.

Si tornerà in aula il prossimo 12 aprile

Policy per la pubblicazione dei commenti

Per pubblicare il commenti bisogna registrarsi al portale. La registrazione può avvenire attraverso i tuoi account social, senza dover quindi inserire ogni volta login e password o attraverso il sistema di commenti Disqus.
Se incontrate problemi nella registrazione scriveteci webmaster@viterbopost.it

Pubblica un commento

Per commentare gli articoli, effettua il login attraverso uno dei tuoi profili social
Portale realizzato da