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Pronto soccorso: ecco cosa è cambiato

Dalle nuove sale alla dotazione tecnologica, parla il primario Alessandro Masella

belcolle pronto soccorsoSe è vero che l’attesa accresce il piacere della conquista, a Civita Castellana, dove hanno aspettato vent’anni, l’apertura del nuovo pronto soccorso rappresenta una sorta di “miracolo”. Un miracolo, non solo per la gestazione quasi interminabile dell’opera, ma anche per l’iniezione di fiducia nella sanità locale e perché un intervento di questo tipo contribuisce a sgombrare il campo delle preoccupazioni – ipotetiche o reali che siano – sul futuro dell’ospedale.

“E’ una bella struttura – dice il professor Alessandro Masella, primario del pronto soccorso – che servirà a rilanciare la sanità viterbese attraverso una migliore risposta ai bisogni assistenziali di quest’area della Tuscia a cavallo tra le province di Roma e Viterbo. Si riuscirà a dare un’organizzazione più strutturata e stratificata dei processi”.

Non si è trattato quindi di una semplice operazione di restyling.

“Rispetto al vecchio pronto soccorso – spiega ancora il professor Alessandro Masella – c’è un ampliamento dell’area critica e questo ci consente di migliorare la gestione dell’emergenza – urgenza”.

Ma le novità sono si fermano qui e il direttore del pronto soccorso che ha curato in prima persona “gli spazi” spiega gli allestimenti. “Abbiamo una camera calda – rivela il professor Masella – che consente al paziente critico, che accede autonomamente al pronto soccorso, di evitare gli sbalzi termici. C’è una Shock room, ossia una sala per i codici rossi, una per i codici gialli e una per i verdi e bianchi. Una stanza è dedicata all’osservazione breve intensiva con quattro letti motorizzati e una centralina collegata alla sala delle infermiere, che attraverso un sistema wi-fi, tengono sotto controllo tutti i monitor. Ci sono anche una sala per l’osservazione breve con due posti letto e una stanza per i casi di isolamento. I pazienti, che arrivano con una sospetta malattia infettiva, vi accedono direttamente, dall’esterno, senza transitare in altri locali del pronto soccorso. Qui c’è anche una doccia di decontaminazione”.

Il “lifting” del Pronto soccorso passa anche per l’innovazione tecnologica. Sono stati acquistati infatti macchinari di ultima generazione e ultra moderni, a partire dai monitor multiparametrici, alle lampade scialitiche, fino ad arrivare all’Eco fast per una diagnosi tempestiva per problemi all’addome o al torace.

Da un punto di vista di accesso ai servizi e dell’orientamento, l’unità operativa è collegata con percorsi facilitati con i reparti clinici di degenza e con gli ambulatori ospedalieri e territoriali, mentre sul fronte della semplificazione dei percorsi e di snellimento delle liste d’attesa, parte del Pronto soccorso un servizio che, attraverso una postazione Cup istallata nei nuovi locali, consentirà ai medici di effettuare direttamente in sede le prenotazioni delle visite specialistiche e degli esami urgenti per i pazienti visitati nella struttura.

“Il pronto soccorso – conclude il professor Masella – dovrà essere l’interfaccia tra l’ospedale e il territorio dando continuità ai percorsi”.

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