La ballerina etoile Diana Ferrara rappresenta una delle più alte espressioni della danza in Italia e, in qualità di direttrice della Compagnia Astra Roma Ballet, ha recentemente portato sulle scene del Teatro dell’Unione a Viterbo “Il Flauto Magico”, nella versione coreografica di Paolo Arcangeli.
Il curriculum artistico della Ferrara è ricchissimo di esperienze e riconoscimenti che evidenziano come la grande passione per la danza abbia animato profondamente le sue scelte artistiche che ora – a sua volta – trasmette ai giovani insegnanti di danza presso il Centro Studi Arte e Danza di Roma.
Diana Ferrara ha danzato con i maggiori ballerini di fama mondiale, ad iniziare da Nureyev, Paganini, Liska, Karaczewski, diretta dai più importanti coreografi classici.
In occasione dell’esecuzione al Teatro dell’Unione, gli studenti che si occupano del giornale scolastico all’Istituto “Orioli” e quelli della classe 3° Turistico del “P.Savi” di Viterbo, hanno rivolto alla signora Ferrara un’intervista sulla sua carriera, le sue scelte, le caratteristiche del balletto proposto.
L’iniziativa, tra le prime in questo senso, rappresenta un esempio dell’impegno che le varie scuole della città hanno sottoscritto per la “gestione” condivisa del Teatro dell’Unione, insieme al Comune e all’Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, che cura le stagioni di prosa, danza e teatro ragazzi; un modo, per gli studenti, di vivere il Teatro appieno, divenendo protagonisti della gestione nei suoi vari aspetti, oltre che creativi e collaborativi nel diffondere – come in questo caso – le molte iniziative che il Teatro propone alla città.
Nell’intervista alla signora Ferrara, che ha dimostrato una squisita disponibilità nei loro confronti, gli studenti hanno saputo cogliere gli aspetti tecnici, biografici, emotivi ed artistici di una ballerina di tale esperienza, evidenziando come sia importante presentare alla città e ai tanti giovani, spettacoli di elevato tenore che certamente contribuiscono ad arricchire la loro formazione culturale e di cui loro stessi possono dirsi promotori.