Coltivatori di marijuana a loro insaputa. Spacciatori di sostanze stupefacenti senza che ne sapessero nulla. È quanto accaduto a due pastori, giovanissimi, al contrario di quanto si possa pensare, di Grotte di Castro. Una piantagione di marijuana, coltivata e cresciuta indisturbata sulla linea di confine tra i loro appezzamenti di terreno. in un piccolo fosso che segna il limite naturale tra le due proprietà. Spazio perfetto per non essere scoperti.
Peccato che S.G. e A.R., di quelle 43 piantine non ne sapessero niente. O almeno questo è quanto riferiscono in aula tramite i loro avvocati. Entrambi accusati di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti, sono alla sbarra e ora rischiano grosso.
Il sopralluogo dei Carabinieri l’8 agosto del 2010: ”Siamo andati a fare un controllo perché avevamo ricevuto una soffiata da una nostra fonte confidenziale, che poi si è rivelata vera: tra quei due terreni c’era in effetti una coltivazione di marijuana – spiega in aula un maresciallo – dopo aver identificato i proprietari, siamo andati a fare delle perquisizioni a casa: non abbiamo trovato nulla che potesse far pensare allo spaccio o all’uso di sostanze stupefacenti. Nulla’’.
”In più – sottolinea un suo collega – tra i due non c’è una confidenza tale da intraprendere una collaborazione in un’attività illecita”.
Dichiarazioni queste, che coincidono ala perfezione con la versione dei due imputati, ignari della coltivazione e incastrati da terzi. Ma il processo a loro carico va avanti: si tornerà in aula il prossimo 24 gennaio.