”Lo scopo di un guerriero è quello di confrontarsi fisicamente e mentalmente per poter accrescere il suo corpo e il suo spirito” sono parole di Daniele De Angelis, il ventinovenne di Castel Sant’Elia, divenuto vice campione del mondo di Mixed Martial Arts a Birmingham e campione del mondo nel Grappling. Ma, vittoria a parte, c’è molto da raccontare: l’atleta ha rifiutato la vittoria a tavolino, a seguito di un infortunio dell’avversario. Ha, quindi, deciso di salire di due categorie di peso passando dalla 70kg alla 75kg confrontandosi con atleti 3 volte più pesanti in un contest di altissimo livello. Ha perso la finale con una decisione arbitrale frettolosa e dubbia, ma solo dopo aver battuto l’avversario inglese per sottomissione. Il gesto di fair play, che per molti rappresenta la pura follia, lo ha portato a diventare il vincitore morale della competizione. Un vincitore con l’argento appeso al collo.
”Una medaglia non vinta in battaglia per un guerriero che valore potrebbe avere? Sarebbe vuota. – continua Daniele – Il mio lavoro è combattere e i premi hanno un significato se guadagnati sul campo perchè ci ricordano dei sacrifici e del duro percorso fatto per arrivare sul podio. Io credo nel valore del premio qualunque esso sia e la storia che racconta. Al nostro spirito non serve avere qualcosa che luccica”. Un argento che brilla più dell’oro, dunque, per Daniele che si è messo in gioco da vero e proprio campione. Ma l’entusiasmo non si è spento e, la voglia di salire sul gradino più alto, lo ha portato, ancora di getto, a partecipare al mondiale di Grappling tenutosi in parallelo, domenica 22 ottobre. Una seconda follia che questa volta lo ha portato sul tetto del mondo. Da vero lottatore, quale è, si è preso il titolo di campione del mondo grazie ad una prestazione da incorniciare con la quale, in finale, ha eliminato gli avversari inglesi e francesi. Perchè un guerriero, quando vuole salire sul gradino più alto, in un modo o nell’altro ci riesce.