Prendiamo spunto dallo spiacevole episodio successo a Viterbo e oggi al centro delle cronache di tutta Italia, per proporre una riflessione più generale sull’attuale sistema di “Alternanza scuola-lavoro” introdotto dalla cosiddetta Buona Scuola di Renzi. Ci riferiamo al gruppo di studenti-camerieri cooptati tramite Facebook per prestare servizio alla festa del Partito Democratico “in cambio di una mancetta a base di crediti formativi”, il tutto alla presenza del Ministro Fedeli.
Aldilà dei risvolti poco chiari che non spetta a noi approfondire, la sorprendente e, al tempo stesso drammatica disinvoltura con cui è stata condotta la vicenda, rappresenta il grado di decadenza della Scuola italiana che , supina alle direttive dei governi dell’Unione Europea, considera legittimo, dovuto e istituzionalizzato l’atteggiamento di servilismo da parte dei giovani.
E’ lo specchio di un paese che, in linea con le politiche neoliberiste europee, gioca al ribasso con il presente e il futuro delle nuove generazioni e attraverso l’Alternanza scuola-lavoro ha trovato la via per fornire manodopera gratuita alle imprese.
Il primo infortunio di cui abbiamo notizia, frutto di questa riforma, è successo il 6 Ottobre a La Spezia ad un ragazzo di soli diciassette anni che, impegnato nel progetto di alternanza scuola-lavoro presso una azienda, è stato travolto dal muletto che guidava, fratturandosi la tibia. Un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi.
Ancor più preoccupante riteniamo sia il ruolo che questa riforma abbia attribuito alla Scuola, un ruolo di assoggettamento del pensiero finalizzato a far passare il concetto che sia “normale prassi” il lavoro gratuito, sottopagato e non riconosciuto.
Una preparazione che sfocia poi in forme di “volontariato coatto” anche dopo il termine degli studi, attraverso Stage e Tirocini, che altro non sono che vere e proprie forme di sfruttamento e di sottomissione.
Ormai nelle aziende private ma anche in quelle pubbliche è consueto trovare tirocinanti non pagati che sostituiscono a tutti gli effetti i compiti di specifiche figure professionali; un esempio per tutti, i volontari che svolgono negli ospedali le mansioni degli infermieri, elemosinando per anni un contratto.
Parlando di contratti, ci accorgiamo poi che esistono ben 46 forme contrattuali atipiche, come il lavoro a chiamata, che altro non sono che forme di caporalato legalizzato.
Condizioni di lavoro sempre più precarie, diritti ormai inesistenti e oltre 500 morti per infortuni sul lavoro dall’inizio dell’anno, un numero drammatico che ci dà la dimensione di quanto la vita umana sia subordinata alle logiche del capitale.
Occorre un impegno da parte di tutti i componenti di questa società, a partire dai genitori e dagli insegnanti, per invertire la rotta di un mondo della scuola che prepara i ragazzi a diventare schiavi, un mondo del lavoro che gioca al ribasso sui salari dei lavoratori.
Il 13 ottobre sosterremo la protesta degli studenti che scenderanno in tutte le piazze d’Italia contro L’Alternanza Scuola Lavoro e insieme a loro costruiremo lo Sciopero Generale del 10 novembre per affermare il diritto al salario, al reddito, alla pensione, per il rilancio della buona occupazione e la cancellazione della precarietà e di ogni forma di sfruttamento. Per la cancellazione della legge 107 nella scuola. Per la difesa e il miglioramento della scuola, della sanità pubblica. Contro le privatizzazioni e per la nazionalizzazione delle aziende strategiche per il paese. Per fermare la deriva autoritaria e repressiva in atto, per la democrazia sindacale contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative e per difendere il diritto di sciopero.
Costruiamo insieme ogni giorno, nel nostro quotidiano, la protesta, risvegliamo le coscienze, condividiamo il nostro spirito critico contro leggi che subordinano la dignità umana al capitale, torniamo a puntare sui giovani.