Appuntamento col gusto e la storia di Blera, piccolo borgo di appena tremila abitanti, arroccato su un alto sperone tufaceo, dove il verde della natura, si fonde con la storia dell’antico popolo etrusco e di antichi rituali cristiani.
L’occasione per conoscerne i sapori, le antiche tradizioni e le origini millenarie, sono i festeggiamenti in occasione della ‘Madonna della Selva’, durante la quale viene svolto un antico pellegrinaggio che, seppur in maniera ridotta, conserva ancora lo spirito originale, ovvero del viaggio compiuto per devozione, ricerca spirituale o penitenza verso un luogo considerato sacro.
Blera non è un posto come un altro, almeno per quanto riguarda la ricchezza di memorie storiche, e se sono tanti i motivi per invitarvi a conoscerla, la somma di questi stimoli può essere condensata in un unico appello emozionale: venite ad immergervi nel sottosuolo.
Immersione da intendere nel senso letterale e fisico ma anche, metaforico che interessa le profondità della mente umana. Non soltanto il sottosuolo delle antiche vie cave, dei severi ipogei etruschi, dei lunghi cunicoli e delle allegre cantine ma anche quello della nostra memoria individuale e collettiva, del nostro pensiero storico e della storia, scritta o sepolta che sia.
Tra le varie ‘immersioni’ possibili vi guideremo nella discesa della Valle del Rio Canale, tra la città dei vivi e la città dei morti, quasi una calata agli inferi che obbliga all’attraversamento dell’impianto di depurazione (un purgatorio?) ma che tuttavia conduce ad una delle poche aree archeologiche fruibili da parte di tutti e di facile accesso: Grotte Penta.
In questo breve percorso si riesce comunque a comprendere il concetto ‘urbanistico’ che ha regolato la formazione della città dei defunti etrusca: monumentali sepolcri cubici – le famose tombe ‘a dado’ – occupano il naturale piano inclinato della rupe tufacea disponendosi su ordini paralleli sovrapposti, collegati da gradinate e ornate di preziose modanature.
Presso la fontana del Martarello poi incontreremo un raro tumulo circolare tagliato nella rupe e appena più avanti, in alto, su una scenografica piattaforma a mezzacosta, si impone alla vista il complesso di Grotte Penta in cui spicca, per il buono stato di conservazione, una tomba a dado con gradinata laterale e sommità decorata con un’alta sequenza di cornici modanate.
Nelle immediate vicinanze si trovano due tombe con camere intonacate e dipinte, simili per struttura e decorazione ai sepolcri tarquiniesi del IV sec. a. C. ed eccezionalmente aperte e visitabili per l’occasione.
All’interno di una di esse due iscrizioni etrusche, malamente leggibili, ci fanno conoscere i nomi dei defunti e destano in noi quei sentimenti contrastanti di rispetto, paura e curiosità che il buio del sepolcro asseconda e che la luce del sole dissolve. Durata 2 ore . A cura di Antico Presente.
L’appuntamento è per sabato 9 settembre alle 17 in piazza Papa Giovanni XXIII sotto la pensilina del Cotral .
La partecipazione è gratuita, la prenotazione obbligatoria.
Si richiede di portare acqua, abbigliamento adeguato e leggero e scarpe comode. Il percorso totale è di circa 4 km su strada battuta ed in parte sterrata con un dislivello di 100 mt circa. Durata 2 ore circa.