In alto i calici, è il momento di brindare con i vini da podio della Tuscia. Nella nuova Guida di Repubblica ai sapori e ai piaceri di Roma e del Lazio sono infatti 16 le bottiglie di bianco e rosso laziali premiate con 5 stelle per la qualità. Tra esse ben 6 etichette sono di aziende vinicole che producono e imbottigliano nella terra della Tuscia.
I vini della provincia di Viterbo sono quindi tra le punte di diamante di una produzione enologica regionale in costante crescita e distribuzione fuori dai confini. ”Anno dopo anno – spiega Giuseppe Cerasa, direttore delle Guide di Repubblica sul quotidiano – le eccellenze del vino laziale tirano fuori il meglio di un territorio che presto si posizionerà nei piani alti della classifica dei migliori vini d’Italia”.
Ed ecco allora che a far gioire le pupille gustative dei critici enogastronomici de La Repubblica, tanto da meritare 5 stelle per la qualità, è l’Habemus 2014, prodotto a Blera dall’azienda San Giovenale. L’Habemus 2014 ”mette in mostra un seducente quadro odoroso – si legge sulla Guida -, con riconoscimenti di liquirizia, spezie orientali, tabacco, frutta rossa e sentori floreali, anticipazione d’una beva succosa e piena, enfatizzata da un armonioso contributo acido, da tannini aristocratici e da un inesauribile finale”.
Immancabile quando si tratta di riconoscimenti di valore come in questo caso, è l’azienda della famiglia Cotarella a Montefiascone con il Montiano 2014. ”Un riferimento qualitativo imprescindibile per tutti coloro che ambiscono a realizzare un grande Merlot – scrivono sulla Guida -. Generoso nella struttura odorosa, che dispiega un ampio ventaglio di percezioni fruttate: ciliegia matura, prugna e mora di rovo, fuse con note di sottobosco, spezie dolci, tabacco biondo, sottobosco, cacao e sfumature floreali, il vino propone una beva equilibrata e grintosa, sostenuta da un arrotondato tessuto tannico, e da un’armoniosa e proporzionata acidità, anticipazione di un finale prolungato ed avvincente”.
Grande successo anche per Ala d’oro Brut, dell’azienda Vigne del Patrimonio di Ischia di Castro. ”Chardonnay in purezza reduce da una prolungata relazione con i lieviti, tratteggia un affresco aromatico spensierato ed elegante, che apre su toni di nocciola, pane tostato e frutti a pasta bianca, seguiti da sentori di pompelmo, fiori gialli e sfumature minerali, prodromo di un sorso, ravvivato da una modulata carbonica, equilibrato e soavemente sapido”.
Sono tre invece le bottiglie d’eccellenza prodotte dai vitigni coltivati nella valle dei Calanchi in Castiglione in Teverina. Cinque stelle quindi a Pietra Dura 2013 dell’azienda Bottaccio ”fermentato in tini d’acciaio termo-condizionati e maturato in barriques di rovere francese per 18 mesi”. Massimo punteggio per la qualità anche al Grechetto Poggio Triale 2014 della tenuta La Pazzaglia: ”vinificato in serbatoi d’acciaio inox, che mostra, senza esitazione alcuna, un ammaliante patchwork aromatico”. Infine, ma non per importanza, l’azienda Trappolini con il suo Grechetto 2016, ”vinificato in acciaio, che aggiunge ai descrittori aromatici riconoscimenti di miele, frutta tropicale, camomilla ed erbe campestri, anticipazione di un palato succulento e dinamico, caratterizzato da un indomito, ma non tagliente, nerbo acido, e da un finale di vibrante persistenza”.