Prato Giardino un luogo di scambi come nel XVI secolo
La crisi in tutta Italia continua a farsi sentire e colpisce anche mestieri antichi. Lo sa bene chi pratica un lavoro intellettuale, oggi un giornalista viene pagato meno di un addetto alle pulizie, ma lo sa bene anche chi si prostituisce. I prezzi scendono e c’è chi esercita per poco più di dieci euro, a discapito delle professioniste e professionisti che preferiscono lavorare in casa.
Il nuovo punto di incontro, per i rispettabili signori di mezza età, viterbesi naturalmente, si è spostato a Prato Giardino. Un’area verde già delineata nella planimetria di Tarquinio Ligustri del 1596, che ha visto passare mandrie di bestiame, manovre militari, esecuzioni capitali, dal 1571 al 1612 e persino il volo in mongolfiera di una coraggiosa donna francese che per tale impresa percepì 55 bajocchi, nel 1862.
L’area di Prato Giardino, oggi, si presenta divisa in tre parti: la zona del piccolo cottage con annessi giochi per i bambini, l’area delle aiuole dedicata alle partite di calcio e spaccio e le incolte stradine in prossimità dei bagni atte all’esercizio della prostituzione.
Tutto funziona come un orologio svizzero, infatti, a qualunque ora del giorno si possono incontrare svariate sentinelle che organizzano il lavoro. Si smistano droghe leggere e ogni tanto si sentono anche le ruote delle macchine della polizia imboccare il cancello di ingresso. La vigilanza non è in borghese e allora le partite di pallone iniziano e chi spaccia getta la merce a piedi degli alberi o, precipitosamente, la sotterra in prossimità della pista di pattinaggio.
Quanto avvengono tali incursioni i nostri ragazzi viterbesi, dalla pelle bianca e con i cappellini alla moda si improvvisano accorti contadini, e armati cucchiai o forchette iniziano a dissodare i prati carichi di frutti.
L’esercizio della prostituzione, poi, ricordiamo praticabile liberamente ma sanzionata solo se c’è lo sfruttamento di tale esercizio, viene praticata da bellissime ragazze nere come l’ebano. Giovanissime, chi con il proprio protettore chi professioniste di sé stesse, sono solite passeggiare nei viottoli abbandonati, dove non c’è erba ne alcuna pulizia, in prossimità del muro di cinta di via di Prato Giardino verso i bagni pubblici. Gli avventori sono rispettabilissimi uomini di mezz’età armati di cappellino bianco e volpino a guinzaglio.
Le ragazze, molto a buon mercato, offrono servizio completo per pochi euro e un bicchiere di vino. Questa tendenza ad abbassare i prezzi di mercato di tale professione sta mettendo in crisi l’intero comparto. Queste meretrici, non avendo alcuna idea di programmazione del lavoro o obiettivi di maketing, non sono in grado di gestire le loro liberi professioni andando ad incidere pesantemente sull’intera filiera della prostituzione viterbese.