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Una viterbese sul podio dell’international foto awards

Terzo posto per Mariangela Tripiedi

foto vincitriceLa Tuscia e Viterbo in particolare ancora una volta al centro di autorevoli vetrine internazionali. L’ultimo riconoscimento, in ordine di tempo, è quello della fotografa, viterbese d’adozione, Mariangela Tripiedi, che si è attestata al terzo posto nel prestigiosissimo Premio Moscow International Foto Awards, nella categoria Portfolio Personal.

Il Mifa è uno dei più quotati concorsi fotografici al mondo, potendo vantare la partecipazione di ben ottanta paesi e la registrazione di migliaia di professionisti provenienti da ogni parte del globo. La sua mission è quella di riconoscere, premiare ed esporre fotografi di talento provenienti da tutto il mondo e la Tripiedi è senza dubbio una di loro visto che, oltre al podio dell’edizione 2017 anche nel 2015 ha conquistato la Menzione d’onore.

Fotografa per passione dall’età di quattro anni, Mariangela Tripiedi, classe 1984, ha da sempre l’obbiettivo puntato verso le tradizioni popolari, il patrimonio umano e artistico, la ricerca dei luoghi storici della sua terra, la Puglia, tematiche che viaggiano di pari passo con la scoperta delle minoranze e l’attenzione per le figure femminili.

Dal 2011 al 2016 i suoi sforzi si focalizzano su due progetti: Origo (che racconta la battaglia delle donne in terapia da carcinoma, in chiave poetica) ed Another Mother,(che racconta la maternità da un altro punto di vista) il quale diviene anche un libro in copia limitata.
E’ il 2013 l’anno di snodo per la sua carriera, quando Mariangela, insieme al socio Michele Furci, apre a Viterbo Fullshot uno studio che si occupa di fotografia a 360 gradi ed entra nel Magazzino 120 (Ass,FIAF).Attualmente i suoi lavori vengono pubblicati nelle riviste internazionali, Lenscultur, pls magazine. Osservatorio nazionale della fotografia femminile.

Non è un caso che il progetto vincitore del Mifa parli ancora del mondo femminile ed , in particolare, di una donna soldato. L’opera si chiama infatti The Soldier e vuole porre l’accento su tutte le problematiche legate alla complessa convivenza dei due ruoli, perché, come afferma l’autrice “In un luogo non luogo ove si fanno spazio i pregiudizi verso i parametri di idoneità interna ed esterna, ove il maschile si connota di sè, si sviluppa prendendo spazio tra la muscolatura ed i pensieri. Ove la fragilità non appartiene, il primo nemico è il riconoscimento, le prime armi impugnate sono quelle che legittimano la propria presenza.”

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