Continuo a non capacitarmi che ci sia gente che accetta di passare le sue giornate scannando e scuoiando animali e che riesca a sopportare quell’orrore visivo, sonoro, olfattivo semplicemente in cambio di un salario.
Io credo che quasi preferirei essere la vittima, tanto mi spaventa l’idea, almeno muori una volta e non ci pensi più, non devi tornarci la mattina dopo.
Ma soprattutto non mi capacito della perversione e del delirio insiti nel sentirsi appagati dal possedere un accessorio fatto della pelle di un coccodrillo, ossia del commissionare la cattura e la tortura mortale di un animale per farne un oggetto idiota da sfoggiare fra altri idioti.
Una barbarie tale scatenata a livello industriale per una cosa così meschina e patetica è qualcosa che lascia interdetti.
il coccodrillo è un animale e non può essere sia un animale che un materiale; come fai a non renderti conto che il materiale con cui realizzi oggetti non può essere qualcosa che prima devi ammazzare? Il capitalismo, inoltre, è in grado di trovare sbocchi commerciali mostruosi, aberranti, perché non si fonda sulla logica e sull’armonia ma sul profitto. Ovvio. Esso non ha componente emotiva/etica e nella sua capacità assoluta di mercificazione necessita di persone che ne siano altrettanto prive, persone spente, automatizzate, altrimenti non si potrebbe reggere in piedi; come un gigantesco macchinario disumano e antiumano, perché la componente umana lo renderebbe inefficiente.
Il capitalismo è un modello socio-economico classificabile come psicopatico.
Questo mondo comunque deve essere una qualche sorta di distopia materializzata di altri mondi, è l’unica spiegazione.
Martedì Inquietologia
L'industria dell'orrore
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