Sono tante le storie che iniziano con il famoso “C’era una volta” e ne conosciamo davvero poche che prendono avvio da “C’è ancora”. Questa settimana il coccodrillo ha scoperto una storia che è stata pubblicata nel 1900, è diventata famosa in tutto il mondo, è stata letta, presentata a teatro, trasformata in diversi film, cantata in un musical, ma ancora oggi fa sognare chi decide di leggerla, o di divorarla, nel caso del nostro alligatore.
Siccome si tratta di una favola molto nota, abbiate pazienza se non vi sveliamo immediatamente il titolo. Mettetevi comodi sulla poltrona e poi guardatevi attorno con l’occhio del vostro cuore. Vedrete subito comparire uno Spaventapasseri, se davvero state osservando con attenzione. Forse vi starete domandando cosa ci fa un uomo di paglia vestito da contadino nel salotto della vostra casa: lui stesso vi dirà che è alla ricerca di un cervello. Per tutto il giorno al sole, con il solo scopo di incutere timore negli uccelli che vogliono mangiare i semi appena sparsi in un campo di grano, lo Spaventapasseri pensa di non possedere un cervello, anzi, è convinto di non valere niente, di essere solo uno spauracchio preso in giro dai bambini. Accanto a lui ecco balzare fuori dal nulla un Leone. Ma non lasciatevi ingannare dall’apparenza: non si tratta del fiero re della foresta che tutti voi conoscete, bensì di un timidissimo leone che non riesce nemmeno ad alzare lo sguardo per mostrarvi la sua indomita criniera. Che cosa vorrà mai questo animale se non un briciolo di coraggio?
E infine alle vostre spalle non stupitevi se apparirà l’Uomo di latta: a furia di sentire scricchiolare le sue articolazioni fatte di viti e chiodi e udire le braccia e i piedi muoversi come ferraglia arrugginita, tutto ciò che vorrebbe è un cuore perché è certo che, se ci si è costruiti nel corso del tempo una corazza di latta, non c’è posto per i sentimenti.
Li riconoscete ora questi tre personaggi? Lo Spaventapasseri alla ricerca di un cervello e del libero arbitrio, il Leone codardo alla ricerca del coraggio e della forza, l’Uomo di latta alla ricerca del cuore e dell’amore.
Se siete davvero stati in grado di guardarli con il cuore, allora non solo capirete che avete di fronte tre dei protagonisti de “Il meraviglioso mago di Oz” ma anche e soprattutto tre modi di affrontare la vita, le proprie potenzialità e i propri limiti. Sono i tre aiutanti di Dorothy, che, lontano dal Kansas e alle prese con la strada di mattoni gialli del paese di Oz, tenta di ritrovare la via del ritorno grazie all’aiuto del Mago che vive nella città di Smeraldo. Il Mago promette di aiutarla solo dopo che sarà stata uccisa la Strega Cattiva dell’Ovest ed è proprio durante questo seconda parte del libro che i nostri personaggi affrontano le loro più recondite paure. Numerosi avversari sopraggiungono sul loro sentiero per ostacolarli. Dapprima i lupi, mozzati dalla scure dell’Uomo di latta, perché, se è ben vero che un’uccisione non è un gesto di nobiltà, la difesa strenua dei propri amici è un atto di amore fraterno che supera le lamiere di latta e si insedia a pieno titolo nel cuore. Poi giunge uno sciame di api nere i cui pungiglioni sono mortali: ecco allora lo Spaventapasseri che, usando l’acume della sua intelligenza e ricordandosi che non è semplicemente un uomo di paglia, propone ai compagni di rifugiarsi tra le sue pieghe, là dove le api non possono arrivare. E il nostro Leone, che teme tutto e non affronta niente, si trova a guerreggiare con un intero esercito di Winkies, mandati dalla malvagia Strega dell’Ovest: basta un suo ruggito per terrorizzarli e metterli in fuga.
Chi conosce la storia del mago di Oz sa che i desideri dei tre protagonisti sono esauditi dal Mago stesso: allo Spaventapasseri viene infilata una melma di crusca e spilli nella testa come cervello, al Boscaiolo di latta viene aperta una finestrella nel petto al cui interno è riposto un cuore di seta cremisi riempito di sabbia, e il Leone diventa coraggioso dopo aver mangiato un cucchiaino di miele da un barattolo. Ma il coccodrillo, che li ha conosciuti di persona e che è amico da tantissimo tempo di Dorothy e del Mago di Oz, sa per certo che ognuno di loro già possedeva una scintilla divina. Bisognava solo farla brillare.
Il meraviglioso mago di Oz
L. Frank Baum
Consigliato ai bambini dai 9-10 anni in su e a chi deve far brillare la propria scintilla interiore.