In un placido pomeriggio di maggio è stato fondato a Caprarola, città della Provincia di Viterbo e – per estensione – della sconfinata provincia d’Italia, un oggetto associativo non identificato. O meglio, non ancora ben identificato, al punto da destare – come si confà a qualsiasi battito d’ali di farfalla destinato a trasformarsi in uragano qualche miglio più in là – interesse, curiosità e sano stupore.
Chi sono? Che faranno? Si chiedon “le comari del paesino”. Presto si saprà dato che, sempre per citare il compianto Fabrizio De André, ogni notizia un po’ originale “come una freccia dall’arco scocca / vola veloce di bocca in bocca”. E volerà, potete giurarci, anche questa bella novità. Per il momento, se può tranquillizzare, la nuova Associazione nata tra i sanpietrini e i vicoli, tra i fontanili e le rupi di tufo della città cimina, è un’esplosiva sintesi chimica alla “Breaking Bad”, un mix di sostanze differenti pronte a invadere la piazza.
Un gruppo di giovani dai curricula più disparati, atomi distanti sulla tavola periodica ma dai legami chimicamente solidi come l’obiettivo che si prefiggono: realizzare innovazione culturale sul territorio a partire dalle esperienze individuali e dai contributi che ciascun membro potrà apportare alla ca(u)sa comune. Qui si creano legami, si fa “partecipazione”, signore e signori. Merce rara: una parola scomparsa dal lessico politico/culturale dell’epoca in cui viviamo, dove il disinteresse e l’apatia vengono pompate nella società come un potente anestetico.
Annunciano i fondatori: “Noi ragazzi de “Le città invisibili”, questo il nome della nuova Associazione culturale, proveremo a soffiare sull’aria paludosa del Midwest nostrano, attivando collaborazioni con altri gruppi di giovani attivi sul territorio, con altre associazioni, con le scuole, con chi opera fuori dai riflettori per il miglioramento culturale della comunità. Senza nessun ecumenismo, però. Da Breaking Bad al Vangelo secondo Matteo, siamo venuti “a portare non pace, ma spada”, consapevoli che la società è un luogo di contrasti e di sfaccettature diverse”.
Non a caso il simbolo del gruppo è un poliedro, una figura che – seppur geometrica – può essere percepita sempre in modo diverso, tanto più originale quanto più ci sia allontana dai luoghi comuni e dalle visioni banali. Come moderni Marco Polo nel libro di Italo Calvino “Le città invisibili” (da cui prendono il nome), cercheranno di trovare “non le sette o settantasette meraviglie”, ma il modo più originale di creare cultura, partecipazione, dibattito, riflessione sul territorio.
Tutto questo prenderà vita già a partire dal prossimo venerdì 19 maggio, quando presso il Teatro delle Ex Scuderie Farnese, dalle ore 22.00 verrà inaugurata la nuova associazione con il concerto dei “Bend the Barb”: giovane trio acustico indie-folk nonché uno dei gruppi più originali della scena folk-bluegrass italiana.