Venti anni di studi e ricerche nell’area delle tombe etrusche di Macchia della Riserva a Tuscania, rivelano molto di più di quello che siamo abituati a sapere sugli Etruschi. I cinque corredi funebri tra cui molti pezzi inediti esposti per la prima volta a Firenze ci raccontano l’amore per l’estetica e la cura del corpo dell’antica popolazione. Fino al 29 giugno, nella Chiesa di San Jacopo in Campo Corbolini sono esposti i reperti etruschi provenienti dall’area archeologica di Tuscania, tra cui alcuni inediti portati alla luce durante lo scavo della necropoli del Pratino affidato al Camnes, Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies.
Istituto Lorenzo de’ Medici, Camnes e Marist Italy hanno scelto come nome della mostra ”Riflessi di una società. Lo specchio di Telefo e i corredi funerari delle necropoli etrusche di Macchia della Riserva a Tuscania” proprio per mettere in evidenza il lato narciso degli Etruschi. Un lavoro curato dagli studenti del Master in Museum Studies sotto la direzione scientifica di Stefano Giuntoli e Silvia Nencetti.
Patrocinata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, la mostra ha l’intento di mettere in luce alcuni aspetti poco conosciuti della società etrusca, attraverso reperti archeologici di assoluto valore storico e culturale, provenienti dall’area archeologica di Macchia della Riserva di Tuscania.
Sono esposti i corredi funebri provenienti da cinque tombe della necropoli di Pian delle Rusciare e di una tomba, ancora inedita, della necropoli del Pratino, rinvenuti durante gli scavi affidati a Camnes, con la direzione scientifica di Stefano Giuntoli e la vicedirezione di Silvia Nencetti e Domenica Palmieri. Tali corredi hanno restituito numerosi reperti metallici e ceramici che hanno permesso di raccogliere informazioni preziose sulle pratiche funerarie degli Etruschi, ma anche sulle usanze legate alla cura della persona e all’alimentazione: oggetti di uso quotidiano, come vasellame da tavola, unguentari e specchi, indicativi dello status sociale del defunto e rappresentativi delle varie attività svolte in vita. L’ambito di riferimento primario per gli oggetti di corredo è il banchetto. Prendervi parte costituiva un’affermazione di alto status sociale. Molto importante è anche la cura della persona, testimoniata da unguentari, strigili, specchi. Un posto speciale nei corredi funerari femminili è riservato proprio agli specchi, significativo strumento di affermazione di status, in genere doni nuziali, contenenti spesso scene che attingono al repertorio mitografico greco ed etrusco. Spicca tra i reperti ritrovati Lo Specchio di Telefo che è l’immagine scelta per la locandina della mostra.
Uno spazio importante è riservato alla sezione virtuale, curata dagli allievi del Master in Museum Studies di Istituto Lorenzo de’ Medici e Marist College, sotto la guida di Massimiliano Pinucci della MBVision, per un’esperienza multimediale e interattiva alla scoperta delle civiltà etrusca.
Gli scavi delle necropoli etrusche di Macchia della Riserva a Tuscania – Pian delle Rusciare e Podere del Pratino – sono iniziati nel 2005 grazie ad un progetto di ricerca dell’Istituto Lorenzo de’ Medici e Camnes, Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies. Dal 2016 le necropoli sono state inserite in un percorso naturalistico attrezzato realizzato dal Comune di Tuscania e trasformate in aree archeologiche parzialmente aperte al pubblico. Si possono quindi visitare virtualmente, mentre a luglio si può assistere agli scavi in diretta.