Ragazzi diventati precocemente adulti. Ragazzi costretti ad imbracciare armi e a vestirsi in tuta mimetica. Ragazzi il cui sogno di giovinezza si è spezzato all’improvviso per essere sostituito dall’obbligo di salvare e difendere la loro patria. Loro sono i giovani passati alla storia come i Ragazzi del ’99. Si terrà stasera alle ore 21 al Palazzo della Cultura di Celleno lo spettacolo “Li ciorne che abiammo lasciato una Storia”, reading teatrale di Aldo Milea e Saverio Senni.
Lo spettacolo, promosso dal Comune di Celleno, ha per tema una delle pagine più note della Grande Guerra che ha riguardato il coinvolgimento alla leva dei nati nel 1899. Oltre 260.000 ragazzi, molti dei quali neanche diciottenni, furono reclutati in anticipo rispetto agli obblighi di leva per essere inviati al fronte. È la generazione passata alla storia come quella dei Ragazzi del ’99 di cui nel 2017 cade il centenario della loro chiamata.
“Li ciorne che abiammo lasciato una Storia” ripercorre questa vicenda attraverso i ricordi di uno di loro, il siciliano Vincenzo Rabito (1899-1981) autore, sebbene semi-analfabeta, di una straordinaria memoria autobiografica, vincitrice nel 2000 del Premio Pieve e pubblicata da Einaudi nel 2007 con il titolo di Terra Matta.
La chiamata alle armi, l’addestramento, il fronte e le vicende dell’immediato dopoguerra echeggiano vive della forza del racconto di un protagonista autentico ed ingenuo, acuto e profondo. Vincenzo Rabito restituisce, con un linguaggio unico e straordinariamente efficace, una testimonianza della Grande Guerra viva, forte e senza reticenze, da un punto d’osservazione umile e popolare, come quello vissuto da tanti Ragazzi del ’99.
Lo spettacolo si avvale della partecipazione straordinaria della Corale San Donato “Filippo Cretoni” di Celleno che interverrà nel racconto, con canti rievocativi della Grande Guerra, e della proiezione dei disegni di Marco Serafinelli che ricostruiscono alcune delle scene del racconto.