Viterbo capitale della pastorizia del Centro Italia. La Tuscia torna a rivendicare la propria leadership di settore e lo farà sabato 22 e domenica 23 aprile con la mostra interregionale di ovini di razza sarda e una rassegna parallela dedicata agli altri ovicaprini. La location della fiera è la località Pian del Cerro, frazione di Bagnaia. I 300 capi in esposizione saranno valutati dai visitatori e dai giudici della Assonapa (Associazione nazionale pastorizia) ai fini del concorso per la premiazione dei migliori allevamenti. Viterbo, grazie alla forza dei numeri e al valore economico della sua pastorizia, della produzione e della trasformazione, è la provincia italiana di riferimento del settore, seconda solo alla Sardegna. Una fiera che celebrasse un così significativo patrimonio di distintività e biodiversità mancava da decenni, visto che le ultime iniziative promozionali degne di nota organizzate nella Tuscia risalgono ai primi anni novanta.
“In un trentennio – dice il presidente provinciale di Coldiretti, Mauro Pacifici – la nostra provincia ha vissuto cambiamenti epocali. Ciò che è rimasto uguale, e che anzi ha registrato crescita di interesse, occupazione e volumi produttivi, è la filiera ovicaprina. Siamo, per numero di capi e allevamenti, la prima zona di espansione della razza sarda da latte. Ripristinare una vetrina così prestigiosa era doveroso. La mostra gioverà all’intera economia provinciale. Intanto agli operatori e alle aziende del settore, poi alle strutture ricettive, della ristorazione, del sistema turistico locale, visto che sono attesi centinaia di arrivi”.
La mostra nasce da un progetto della nuova Associazione Fiera di Bagnaia condiviso da Assonapa e in collaborazione con Aral Lazio e Coldiretti. Ad aprire l’evento sarà il convegno di venerdì pomeriggio, sempre a Bagnaia, sulle prospettive delle razze ovine italiane. Il comparto ovicaprino del Lazio è, su scala nazionale, il terzo per ordine di produzione. Conta oltre 3.000 aziende per un totale di capi tra 750/770mila. Viterbo domina. Nella Tuscia sono attivi 1.500 allevamenti ovini, quasi la metà del totale regionale, con una consistenza di poco inferiore ai 300.000 capi e una produzione annua di latte che si aggira tra i 40/43 milioni di litri. Il settore conta una denominazione Igp (abbacchio romano) e le Dop del pecorino e della ricotta.