Siamo nel Maggio del 1944,la seconda guerra mondiale sta per finire, l’ultimo di una micidiale serie di bombardamenti ha lasciato profonde ferite nella città e nei suoi abitanti. Lentamente i viterbesi cominciano la ricostruzione delle loro case, enormi cumuli di macerie sono dappertutto, e le squadre composte dai pochi uomini abili rimasti in città si adoperano per rimuoverle, ma tra i calcinacci emerge qualcosa di misterioso che lascia di stucco gli operai che stanno lavorando allo sgombero, un architrave di peperino lungo circa un metro con incisi sopra strani segni apparentemente incomprensibili : il simbolo dell’ordine francescano, un arco, un tetto, una torre ed infine la parola faciebat. Ma le persone che all’epoca ritrovarono questo bizzarro rompicapo non sapevano che combinando i vari simboli come un rebus si poteva leggere la frase: Francesco Archi-Tettore ha fatto, ovvero la firma di Francesco Fiorenzuoli, uno dei piu geniali e semisconosciuti personaggi del 500 Viterbese
“Pierfrancesco Fiorenzuoli naque a Viterbo intorno al 1470 in una casa situata in quella che oggi è via Tommaso Carletti-spiega il giornalista e storico viterbese Mauro Galeotti- era un geniale architetto specializzato in fortificazioni militari, e le sue opere si possono ammirare tuttora a Parma, Piacenza e a Città di Castello, per non parlare della famosa Fortezza da basso di Firenze che il Fiorenzuoli disegno’ nello stesso anno della sua morte, avvenuta nel 1534.”
Di questo personaggio illustre della nostra storia si conosce poco, o per meglio dire i viterbesi ne sanno poco o nulla,ma non si puo dire la stessa cosa dei vari testi che parlano delle fortificazioni militari dell’epoca, qui infatti il fiorenzuoli viene citato spesso e addirittura definito “geniale”.
Lo stesso Giorgio Vasari cita nella sua opera “vita di Bramante” il ritrovamento dell’ enigmatica pietra e definisce Fiorenzuoli “valentissimo architetto”.
“So per certo che negli anni 40 c’ era una proposta per intitolargli la via dove era nato – continua a spiegare Galeotti – ma poi in seguito fu deciso di intitolarla a Tommaso Carletti, da allora piu’ niente, ed è veramente un peccato che la sua città natale si sia dimenticata di lui.”
Oggi la pietra misteriosa che il Bramante definisce “una scioccheria cavata dalla porta di un maestro Francesco architettore “ è conservata nell’ingresso del palazzo dell’ Intesa san Paolo a piazza Dante , ma ancora oggi dopo piu di 500, anni la burla di Fiorenzuoli colpisce la fantasia della persone che si soffermano a guardarla.