Il lago di Bracciano sta lentamente scomparendo. Colpa della siccità e dell’intervento dell’uomo, che sempre più ostinatamente preleva dal cratere vulcanico, litri e litri d’acqua per far fronte alle necessità idriche di Roma e Civitavecchia, il livello del lago si sta abbassando vertiginosamente. Fino ad arrivare ad un calo di un metro e venticinque centimetri.
A metà strada tra il capoluogo viterbese e la capitale, lo spettro d’acqua della Tuscia, famoso in tutta la penisola per la sua biodiversità e peculiarità, sta lasciando il posto ad una distesa di terra secca e sassi. Una fotografia triste e desolante, quella che appare agli occhi di tutti e che niente ha ormai più da condividere con lo spettacolare panorama mozzafiato che fino a pochi anni fa offriva a turisti e curiosi. Ma non solo, anche ad appassionati di sport acquatici e pescatori, che si rifugiavano nell’ottavo lago più grande d’Italia per dare libero sfogo ai loro hobby. Ora tutto questo è a rischio e non solo a causa della terribile siccità registrata nello scorso anno. Gran parte della colpa è da attribuire all’uomo che, per alimentare gli acquedotti di Roma e Civitavecchia, capta quotidianamente dallo spettro enormi quantità di liquidi. Come Acea, la società responsabile dei servizi idrici della capitale, che dal 1990, anno in cui ha ottenuto la concessione dal Ministero di utilizzare il lago di Bracciano come riserva idrica, preleva acqua al ritmo di 1100 litri al secondo. Milioni, in rifornimenti giornalieri.
Meno acqua, che significa minori spazi di riproduzione dei pesci e quindi mutamenti nella catena alimentare. Rifiuti che affiorano, stress biologico e incremento dei cattivi odori, come per le aree umide vicino Trevignano, una zona a protezione speciale dove già proliferano gli insetti. Ed è per questo che è continuo braccio di ferro tra battaglie eco solidali e politica. Gli allarmi lanciati da comuni, associazioni e dal Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, non si contano più. Fortunatamente alcuni giorni fa l’Acea sembra aver compiuto un piccolo passo indietro. Nonostante i prelievi d’acqua non si possano interrompere, sono stati diminuiti a circa 700 litri al secondo. Un ridimensionamento che, si spera, possa dare una seconda opportunità al lago di Bracciano.