Lavoro, sicurezza, immigrazione, sviluppo. Questi i temi portanti dell’evento, promosso da Noi con Salvini presso le Terme dei Papi, su cui si sono confrontati vari primi cittadini: Leonardo Michelini di Viterbo, Fabio Bartolacci di Tuscania, Carlo Maria D’Alessandro di Cassino, Paolo Urbani di Gemona del Friuli. Presente anche il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, Rosa Anna Maria Repole, e il coordinatore regionale NcS Lazio Francesco Zicchieri, consigliere comunale di Terracina.
Città, alcune, che hanno in comune l’essere state aree ferite da terremoti.
Avrebbe dovuto essere presente anche Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, bloccato a Roma per seguire la seduta del Senato in cui si discuteva l’approvazione dei nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017 (per la cronaca conclusasi con 153 voti favorevoli, 104 contrari e un’astensione).
Il saluto iniziale di Umberto Fusco, coordinatore provinciale NcS e presidente di Cantiere Lazio, è rivolto a tutti gli intervenuti e soprattutto ai sindaci che rappresentano il primo fronte delle istituzioni ”perché è alla loro porta che bussano i cittadini con i loro problemi”.
E il primo problema calato sul tavolo dei lavori dal moderatore Enrico Contardo è quello dell’immigrazione.
“I migranti sono l’ultimo segmento della filiera. – esordisce Leonardo Michelini, unico sindaco di centrosinistra presente – Bisogna intervenire all’inizio della filiera cercando di creare condizioni di sovranità economica e alimentare nei territori da cui provengono”. Spiegando che come primo cittadino deve rispondere a disposizioni superiori ribadisce che si vuole attenere alle quote. “Se per Viterbo si è stabilito il 3,5 per mille allora possiamo accogliere solo 250 richiedenti asilo”. E ribadisce che il campo all’ex Fiera sarà chiuso ”ne ho avuto certezza dal Prefetto”.
(Piccola considerazione: qualche settimana fa eravamo già a 210 presenze se aggiungiamo i 60 che dovrebbero arrivare al Park hotel, senza contare altrettanti a San Martino, la quota di 250 risulta essere ampiamente superata).
Più drastico l’intervento di Francesco Zicchieri, consigliere comunale a Terracina che, in disaccordo con le scelte del sindaco proprio sulla questione migranti, è uscito dalla maggioranza. “Non ci sono differenze tra Sprar e Cas, è comunque sempre un business. In mano a cooperative, in un caso in accordo con i Comuni nell’altro gestiti da privati. A Terracina abbiamo 5500 immigrati non censiti e prima di aderire allo Sprar avevamo chiesto una valutazione reale delle presenze”.
“Noi in Friuli – racconta Paolo Urbani, sindaco di Gemona del Friuli – abbiamo ospiti provenienti dai Balcani e quelli non accolti da altri Paesi Ue. In città diverse ex caserme sono invase dai migranti. A Gemona abbiamo detto no all’utilizzo di edifici pubblici, ma non possiamo dire no ai privati che si accordano direttamente con la Prefettura. L’accentramento di centinaia di profughi provoca disagi ma grazie al controllo delle forze dell’ordine nessun allarme sociale”.
Il sindaco di Tuscania, Fabio Bartolacci, ammette: “Il problema dei migranti lo subiamo perché spesso il primo cittadino non può fare nulla, è inerme”. Ma tiene a spiegare che a Tuscania “siamo accoglienti. Quando 20 anni fa arrivarono gli albanesi la gente li ha aiutati, si sono integrati. Ma ora le condizioni economiche sono cambiate, ci siamo impoveriti. La società è cambiata ma le leggi non si sono adeguate. La gente ha problemi di soldi e di lavoro e il pensiero inevitabilmente va ai miliardi che il Governo spende per un’accoglienza sbagliata”.
“A Tuscania – spiega – abbiamo 500 alloggi popolari che negli ultimi anni venivano assegnati per lo più a famiglie di stranieri. Ora l’80% degli alloggi che si liberano vanno ai residenti. Un risultato ottenuto applicando una piccola norma. Chi è residente, italiano o straniero, ottiene dieci punti in più in graduatoria. Ogni anno si aggiunge un punto. Perché altrimenti rischiamo di essere discriminanti con gli italiani”.
Emblematica la situazione di Cassino che testimonia l’impossibilità dei primi cittadini a intervenire. Così il sindaco Carlo Maria D’Alessandro racconta. “Da anni abbiamo aderito allo Sprar convinti che la norma di salvaguardia ci tutelasse. Invece una notte sono arrivati 97 profughi in tre palazzine non agibili. Ho emesso un’ordinanza di sgombero, che è stata subito impugnata al Tar. Il tribunale amministrativo dopo pochi giorni dichiara che in quanto sindaco non ho competenza in materia di immigrazione che spetta solo alla Prefettura. Quindi ora ci sono quelli dello Sprar e questi 97 profughi in un ghetto situato in una zona residenziale dove abitano circa 150 italiani. Non viene rispettata la norma di salvaguardia”.
Presenti all’incontro molti esponenti del centrodestra: il senatore Ferdinando Signorelli, il consigliere regionale Daniele Sabatini, Giulio Marini, Giovanni Arena, Laura Allegrini, Goffredo Taborri.